martedì 29 settembre 2015

SEGUIMI IO SONO LA NOTTE

Fin da piccolo, l'oscurità notturna ha suscitato in me molta curiosità, forse, addirittura attrazione. Cercavo di restare in piedi più a lungo possibile per vedere che cosa la notte avesse di tanto speciale rispetto al giorno, cosa si poteva nascondere dentro le tenebre e quanto potevo resistere senza chiudere gli occhi. 
Da bambino, il sonno lo reputavo come una specie di castigo specialmente all'asilo, perché mi costringevano a terminare i miei giochi così di punto in bianco, solo per andare a fare quel dannato pisolino, e andando avanti con gli anni, ho mantenuto la stessa opinione riguardo al riposo, concependolo come uno spreco di tempo inutile. 
Crescendo ho imparato a vivere pienamente la notte, ad andare al massimo in certe occasioni che sembra(va)no irripetibili, a seguire la filosofia dello sballo sempre e comunque e a godere di tutte le ore di buio che la notte poteva riservarmi. Come se in quelle poche ore oscure, dovessi afferrare con le mie mani, quanta più energia possibile senza farsi sfuggire nulla, in maniera quasi compulsiva. Diversamente da molta gente, io dopo la mezzanotte vivevo una specie di risveglio notturno e questo mi permetteva di non avere nessun tipo di problema a rimanere attivo fino alle prime luci del giorno. Forse ci riuscivo perché, in fin dei conti, non facevo nulla di veramente faticoso o forse, per il semplice motivo che la mia giovinezza non era scandita da nessun tipo di orario, di obblighi né di doveri. La notte era per me un prolungamento del giorno, dove potevo fare qualunque cosa poiché avevo a disposizione tutte le ventiquattro ore giornaliere.  
Ho sfruttato questa mia propensione alla veglia continuativa, scegliendo spesso dei lavori notturni ed è ciò che sto facendo tuttora. Sono anni ormai che sono sceso a patti con il sonno, proprio per avere un lavoro che di notte mi vede impegnato in maniera diversa, rispetto a tutto il resto, assecondando anche il mio anticonformismo, nonché, quel persistente senso di romanticismo crepuscolare che affiora in me, non appena calano le luci. Di notte mi sento ispirato nel fare quel che mi piace di più, ovvero, scrivere, raccogliere i pensieri autoanalizzandomi di continuo, progettare e sognare.     
Penso che se le cose in un prossimo futuro dovessero cambiare, non nego che rimarrei quantomeno destabilizzato, specie nella fase iniziale del cambiamento, abituato come sono, a seguire un orologio biologico capovolto e degli orari in cui il confronto con altre persone è ridotto al minimo.
Però, come tutte le cose che hanno una certa continuità, dopo un po' si risente perfino di questa strana routine. Non nego che a volte mi sento stanco, arranco nel compiere i miei doveri notturni lavorativi e da quando ho una famiglia numerosa, è più sensato per me trascorrere le notti con loro e non, in ufficio a litigare con la sedia e con tutti coloro che mi disturbano. E' diventato difficile anche recuperare il sonno durante il giorno, poiché è normale per le persone che mi gravitano intorno, attivarsi di mattina, provocando con questo, un gran casino da non permettermi di dormire adeguatamente. Mi riferisco a quella che abita sopra di me che prima di uscire di casa, deve assolutamente passare l'aspirapolvere sennò chissà cosa potrà mai accadere. E comunque il riposo fatto di mattina ha tutto un altro valore che non quello più canonico notturno; di giorno la società è in azione quindi chi lavora produce inevitabilmente rumore come i postini per esempio, o i netturbini, i manutentori dei servizi elettrici e del gas, i condomini del palazzo, i cani che abbaiano per ogni sciocchezza e via discorrendo. 
Non saprei come mi potrei sentire nei panni di un diurno, sicuramente la mia vita acquisterebbe una certa regolarità, però perderei quella poeticità che solo la notte è in grado di offrire a chi l'accoglie con gli occhi aperti. 
Si dice che la notte porti consiglio e dato che di notti ne faccio parecchie da sveglio, forse il consiglio tanto atteso tarda ad arrivare. Magari doveri attenderlo come si fa con Babbo Natale, cioè con gli occhi chiusi, non è detto che possa ricevere un bel pensiero che mi cambi definitivamente la vita, ops un momento, sto già sognando ad occhi aperti. 


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