sabato 5 marzo 2016

L'ATTACCO E' LA MIGLIOR DIFESA

Questa frase la sentii dire la prima volta dalla mia insegnante di scacchi delle medie, riferendosi ad una mossa chiamata: "Il barbiere"; da quel momento in poi mi è rimasta in mente in maniera un po' controversa, non tanto nel gioco degli scacchi, quanto nella vita.
Io mi ritengo un pacifista, un non violento, uno che non crea rogne a nessuno ma non per questo accetto chi si comporta nella maniera contraria nei miei confronti, o peggio, nei riguardi dei miei figli.
L'altro giorno mi figlio mi ha confessato che a scuola dei suoi compagni l'hanno preso in giro a causa di un buco nei pantaloni, sì certo è una bazzecola, tuttavia un bambino sensibile come lui ci rimane molto male, specialmente se tra questi c'è anche il suo migliore amico che si unisce agli sfottò. Il consiglio che gli ho dato è quello di non preoccuparsene, anzi, di scherzare insieme a loro qualora ricapitasse, ma essendo lui un bambino, non capisce l'ironia e per questo non ha la capacità di raggirare la presa in giro, facendo anche lui la stessa cosa nei confronti dei suoi amici. In verità non è la prima volta che torna a casa dicendo che è stato oggetto di derisione, altre volte hanno fatto dei commenti poco simpatici per via dei capelli o per la compagna con la quale stava giocando in quel momento. So perfettamente che le dinamiche tra bambini avvengono così, ma se ogni giorno c'è qualcosa che possa ferire mio figlio, allora la cosa si fa un po' antipatica. Istintivamente mi verrebbe da suggerirgli di imporsi in modo anche fisico, poiché così facendo, questi elementi capiscano con chi hanno a che fare; ovviamente non posso permettermi di consigliare a mio figlio di alzare le mani contro nessuno, anche perché finirebbe per primo nei guai scolastici, sebbene a volte ai prepotenti servirebbe una lezione.
Ieri invece, mia moglie mi ha detto che anche la maggiore è stata tormentata da alcuni compagni di classe per quanto riguarda delle attenzioni un po' troppo marcate nei sui confronti, tanto pesanti che un compagno ha preso le sue difese, azzuffandosi con chi la importunava. La maestra ha riferito che il tormento è abbastanza frequente ma che comunque la faccenda viene monitorata continuamente dai docenti, tuttavia, in questo caso il mio spirito guerrigliero mi farebbe intervenire per difendere mia figlia, prendendo uno a uno tutti questi imbecilli lasciandoli con le orecchie rosse in un angolo. Purtroppo non mi è permesso, allora in che modo si può risolvere la questione? Penso che sia mia figlia a dover pretendere rispetto anche con qualche ceffone ben assestato, cioè, io fossi in lei reagirei così, ma lei è buona e non si permetterebbe mia di scendere alle mani con i compagni.
Ho detto di essere un non violento ed è vero, ma in passato non lo sono stato poi tanto, nel senso, ho sempre preso le difese dei più deboli, menandomi di santa ragione con chi faceva il prepotente; di mia spontanea volontà non ho mai picchiato nessuno (a meno che non dovessi difendermi a mia volta) ma il sopruso non l'ho mai digerito.
Vorrei che i miei figli sentissero l'impulso di difendersi anche in maniera virile, quando la situazione lo richiede, ma so bene che non sarebbe educativo, ovvero, è addirittura sbagliato incitare una tale reazione. Poi però penso, ma allora per quale motivo ci sono persone che la devono sempre passare liscia, senza che qualcuno gli dia una bella lezione?
La prepotenza va combattuta, ma non con la violenza poiché si attuerebbe una spirale senza fine di cattiveria, allora in che modo si possono contrastare questi elementi? Con l'educazione data dalle famiglie penso, tuttavia chi si comporta in maniera ostile lo fa perché è abituato a vedere cose di questo genere in casa propria; di questo ne sono certo.
Allora vuol dire che chi non alza le mani verrà sempre battuto? Che chi non ha l'istinto violento si merita di subire? A questo punto devo mettere in discussione perfino gli insegnamenti del maestro Miyagi di Karate Kid? Assolutamente no, l'anno prossimo iscriverò entrambi i miei figli (e pure il terzo quando crescerà) ad un bel corso di arti marziali così nella vita sapranno sempre cavarsela, anche quando incontreranno degli scemi peggio di questi bambini maleducati.
Forse sì, aveva ragione la mia professoressa: l'attacco è la miglior difesa.


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