lunedì 24 marzo 2014

CARO AMICO TI "SCHIVO"

Il momento della vita in cui si formano le amicizie è quello dell'adolescenza. Avviene per lo più tra i banchi di scuola delle superiori, nei circoli sportivi che si frequentano già da bambini, ma poi consolidati da una ripetitiva costanza, e con le prime uscite serali a sbevazzare senza freni. In questo periodo siamo alla ricerca spasmodica di appartenere ad un'aggregazione sempre più grande e variegata di persone con i nostri stessi obiettivi, quello cioè di creare un'identità collettiva che ci rispecchi, vuoi per gusti musicali comuni, per ideali politici o fede sportiva. Quello che però davvero è l'emblema dell'età in questione, è il lento abbandono della famiglia come nucleo, per rifugiarsi in un gruppo di persone scelte ad hoc, dentro il quale riconoscersi sia individualmente che come comunità. All'inizio della fase di cernita, ci si circonda di una quantità di persone esagerata, abbiamo centinaia di amici, tutte persone con le quali siamo disposti a condividere tempo ed emozioni, siamo disponibili ad instaurare dei rapporti saldi che suggellino il forte legame dell'amicizia che sia maturo e sincero. Crescendo poi avviene una certa selezione naturale, il che significa che le immense compagnie di amici, per lo più conoscenti in verità, vengono scremate per ridurre la frequentazione giornaliera soltanto con quelli più affini, riducendone drasticamente il numero dei componenti. Man mano che l'età avanza, avviene un ulteriore selezione di amici, arrivando ad avere rapporti con quelli che si possono ritenere i migliori, coi quali ci si augura di mantenere il legame, il più duraturo possibile. In questa fase possono anche essere trascorsi vent'anni dal primo "Ciao io mi chiamo..." e ritenere che il rapporto di amicizia possa dirsi davvero consolidato. Sempre in questa sezione della vita, gli amici potrebbero aver avuto un'evoluzione personale diversa, affermandosi nell'ambito lavorativo o essere divenuti dei genitori, aver fatto quindi delle esperienze individuali di grande importanza ed il bisogno di appartenenza ad un gruppo, si delimita a poche ed esclusive persone. C'è però da tener conto che non tutti abbiano la stessa tempistica di affermazione personale, quindi può darsi che chi è divenuto genitore, potrebbe non aver di fianco l'amico del cuore che nel frattempo, si stia creando una carriera lavorativa importante e che per ritenersi davvero preparato, stia vivendo all'estero per imparare bene una lingua straniera, migliorando il curriculum vitae. Ovviamente le strade per gli amici si dividono e tutto ciò che si è vissuto insieme come unica entità, diventi un ricordo, una finestra che si affaccia sul passato, un luogo in cui tornare con la mente quando si vuole rammentare degli episodi nostalgici. Nel mio caso personale, tra il gruppo di amici al quale appartenevo, sono stato il primo in assoluto a diventare padre, in un età decisamente giovane rispetto al normale per questa attuale società. A 26 anni ho avuto mia figlia e solo un anno prima, ero nel pieno dei bagordi giovanili, quindi ogni sera era una festa, era un nuovo incontro, ero anche una spalla fidata per un amico in fase di abbordaggio, facevo il pieno di birra seduto nel locale del ritrovo abituale, ero in uno stato cerebrale offuscato da fumi di ogni tipo con gli amici prima, dopo e durante una serata in corso, suonavo duramente e frequentavo come meno fervore l'università. Ma nel momento in cui mi figlia fece la sua prima apparizione, tutto il mondo che conoscevo ed i suoi abitanti, sono venuti meno. La cosa era doverosa per carità, nell'attimo in cui sono diventato un genitore non potevo continuare a vivere in quella maniera e questo ha significato per me l'esclusione da parte dei miei amici. Da quando sono diventato padre, sono stato considerato come un abitante di un pianeta diverso, al di là della quotidianità delle mie giornate palesemente concentrate sulle priorità fondamentali, quindi famiglia e lavoro, anche per quanto riguardava le serate, sono stato accantonato come individuo. Se uno è un genitore, si è portati a pensare che non possa far più parte di un gruppo, di una cricca, anche di una band o semplicemente di un duo, perché lo si esclude a priori da tutto ciò che comporta vivere la mondanità, ed è vero, nel senso che non si può tornare a casa sfasciati in orari più mattutini che notturni, ma questo non deve significare perdere le amicizie. Era chiaro che non potessi, ma di più non volessi fare come prima, eppure sono stato escluso come un passo obbligato, come se avessi preso la carta del monopoli del "fermo per un turno". Ho affermato il mio ruolo genitoriale a 28 anni con il mio secondo figlio, in più mi ero trasferito in un'altra città, il che ha comportato una cancellazione quasi definitiva tra le fila degli amici. Le rare volte in cui ho fatto le mie apparizioni, sono state dei veri e propri eventi. Certe dinamiche non mi appartenevano più e anche lo scambio di chiacchiere con i miei vecchi compari, le vedevo così lontane dalla mia vita, che non facevano presa, non mi affascinavano, non mi interessavano come una volta. Dopo anni a turno sono diventati genitori molti dei miei amici e ora sanno cosa significa e quello che ho passato prima di loro, tanto che me lo dicono apertamente, soprattutto del sentirsi esclusi da certe situazioni. La loro fortuna però a differenza mia è, che il vecchio gruppo si sta popolando di nuovi elementi, di figli appunto, perciò in un modo diverso, restano uniti perché accomunati dal nuovo ruolo che ricoprono, mentre io sono stato il pioniere ed il più solo. Anche mia moglie ha vissuto lo stesso trattamento da parte dei suoi amici e questo rilegarci in genitori mistici e solitari, ha reso più forte e compatto il nostro legame come coppia e come famiglia. Morale della favola? Non abbandonate gli amici neo-genitori, potrebbero avere bisogno di sfogarsi, di evadere anche solo per pochi minuti con la testa, potrebbero aver bisogno di un amico. Non schivateli come delle frecce avvelenate, perché vedere un amico crescere come persona insieme ai suoi figli, può rivelarsi un fattore davvero importante anche nella vita di chi osserva.




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