mercoledì 5 marzo 2014

NOSTALGIA CANAGLIA

Essere nato all'inizio degli anni '80 vuol dire portarsi dietro un bagaglio di ricordi tristemente collegati alla TV, poiché a quei tempi rimanere davanti all'apparecchio era visto come un passatempo innocuo. Tra le tante cose trasmesse in quegli anni, a farla da padrone sulle nostre menti innocenti di bambini, c'erano i bombardamenti dei prodotti alimentari correlati ai cartoni animati, come i biscotti dei Puffi, di Kiss Me Licia, le cicche di Braccio di Ferro a forma di spinaci, piuttosto che le marche di merendine vere protagoniste di quel periodo. Come non ricordare le ciambelle Mister Day, il tegolino, il soldino della Mulino Bianco e la mitica girella Motta? Sembra assurdo ma ripensare a dei prodotti privi di ogni qualità, prima fra tutte nutritive, mi viene un moto di nostalgia. Onestamente, credo che un sentimento del genere spetti per cose più importanti, con un elevato senso "spirituale", che siano di un certo spessore per la crescita di un bambino, e non rivolte a delle semplici brioche, intendiamoci. Si è probabile che il magone che mi si erge in gola, sia dovuto alla situazione a cui la mia mente mi fa riferimento e non alla merendina in sé e che tutti quei prodotti siano solo dei simboli per collocare un oggetto ad una situazione, però è indiscutibile che soltanto nel rivedere una pubblicità antica come Roma, in un certo qual modo, il mio senso nostalgico prende il sopravvento su di me. Basta pensare che nel momento in cui mi ingozzavo di quelle robacce, il mio stomaco sobbalzava di gioia, va da sé che il cervello ricorda solo il bello di quella sensazione, è normale. Tralasciando i dolciumi che hanno contribuito a rendere più ricco il mio vecchio dentista e tutti gli amministratori delegati delle aziende merendose, che nonostante la crisi perdurano negli anni rallegrando anche i miei figli, la vera malinconia di quegli anni è rivolta a i miei giocattoli, per quelli si che rimpiango la mia fanciullezza. Sono stato un bambino piuttosto fortunato (perché m'hanno regalato un sogno...) in fatto di giochi, ne avevo parecchi e sono sicuro di aver giocato con ogni singolo personaggio, macchinina, mostro e peluches che ho ricevuto tra i vari compleanni e feste di Natale. Mi perdevo completamente nelle vicende fantastiche in cui i miei giocattoli compivano le gesta eroiche, che decidevo di far loro eseguire con tanto entusiasmo. Quello per me era realmente un passatempo sublime ed estremamente coinvolgente. Non volevo che nessuno oltre a me partecipasse al gioco, perché avevo stabilito delle regole precise all'interno di un regno che per me esisteva davvero, nel quale a turno, i miei personaggi si succedevano il trono a suon di battaglie catastrofiche e guerre apocalittiche. Tutto era dentro la mia testa ed era troppo complicato spiegarlo a qualcun altro, non avrebbe di certo capito le dinamiche, per non parlare del diletto che ne avrebbe risentito drasticamente, ragion per cui giocare da solo era per me la cosa  più piacevole e spassosa di tutte. I protagonisti cambiavano a seconda del loro arrivo, se il gioco era nuovo, ovviamente diveniva il principale, quando di novità non ce n'erano allora lì era tutto aperto ad ogni possibilità. Come dicevo prima per le merendine, il mio cervello di giovane acquirente, veniva indotto all'acquisto dei giochi guardando le pubblicità trasmesse nelle ore dei cartoni, e di certo non potevo non essere invogliato ad avere ciò che i miei occhi incrociavano sullo schermo della TV. Una volta intontito per bene dall'accattivante rèclame, correvo a chiederlo ossessivamente a mia madre che mi accontentava per sifinimento. I miei preferiti erano i Masters of the Unviverse, ne avevo parecchi e ancora oggi li rimpiango dopo che ho visto che li hanno rifatti in meglio, poi robot di tutte le fattezze, macchinine di tutte le forme e colori (anche quelle che cambiavano cromatura con l'acqua) playmobil, lego, uno stuolo di peluches infinito, tanto che quando andavo a letto e li portavo tutti con me, sembravo Noè. A dire il vero ho avuto anche dei giochi non proprio di marca, molti provenivano dal mercato o erano quelli più economici del mio negozio preferito "LA CASA DEL GIOCATTOLO" e comunque il risultato non cambiava anzi, mi divertivo di più a pensare di avere un personaggio, che non avere quello originale, eccezion fatta però per i lottatori del Wrestling, perché quelli non autentici (che comunque avevo) erano decisamente scarsi. Di giochi ne avevo a bizzeffe e di merendine ne ho fatte scorpacciate enormi, per quel che ricordo la mia infanzia è stata uno spasso, magari un po' consumista, ma gioiosa. D'altronde ero un bambino e cosa rende più felice un marmocchio se non un gioco nuovo e una merendina gustosa? Ora che sono padre, mi ingozzo meno di merendine e non gioco più molto, lo faccio solo se i miei figli me lo impongono, però il più delle volte cerco di defilarmi, perché ora sono io a non capire bene le loro dinamiche. Vedere che anche loro si entusiasmano come facevo io, mi rende felice in modo inquantificabile, sarà banale dirlo me è la pura verità. L'obbiettivo più grande nella mia vita, la mia missione, è quella di rendere l'infanzia bella e gioiosa ai miei figli tanto quanto l'ho avuta io se non di più. Vorrei che loro da grandi ripensassero alla loro fanciullezza con quella dolce nota di malinconia che un bel ricordo lascia nel cuore, spero vivamente di riuscirci.

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