venerdì 14 marzo 2014

LA GUERRA DELLE DONNE

Sono sempre più convinto del fatto che per una donna non sia semplice la vita. Non serve avere una grande sensibilità per capirlo, basta leggere le pagine di cronaca dove si può vedere un elenco, quasi infinito, di donne che hanno subito violenza, purtroppo molte di queste fatali. Negli ultimi tempi si parla di "Femminicidio" è un neologismo che porta dietro una triste realtà ed una condizione avvilente di impotenza e rassegnazione, innegabile. Molte donne questo termine lo aborrano, lo rigettano, lo combattono, ora non sto qui a sindacarne il motivo, comunque sia ciò che accade oggigiorno è deplorevole ed ignobile, anche se in verità, questa situazione drammatica è rimasta immutata nel tempo. La condizione femminile è dagli albori dell'umanità subordinata alla figura dell'uomo. Per cominciare nell'ambito religioso di qualunque credo, come quello cattolico che vuole Eva nata da una costola di Adamo e artefice dell'incitamento ad infrangere il divieto della mela, che tradotto sarebbe così: inferiore, poiché all'essere perfetto maschile (cioè ad immagine e somiglianza del "principale") è stata sacrificata una parte del costato per dare vita ad un altro corpo ma non con la stesse caratteristiche, omettendo per prima la forza fisica. Maligna, per essere riuscita a convincere l'uomo con le sue armi seduttive ad infrangere la regola sacra. Carino no? Quanto alla visione maomettiana della donna, beh penso che si siano spesi un fiume di parole a riguardo, dalle quali sono nate delle vere e proprie battaglie in favore della loro libertà. Gli induisti non sono da meno. Una delle tante loro regole, obbliga la donna a sposare l'uomo che la famiglia ha scelto per lei (cosa che accadeva anche da noi non molto tempo fa) e quando questo muore, è d'obbligo che la moglie si butti nel rogo ancora viva, per seguirlo nell'aldilà. Queste sono degli accenni a ciò che viene riservato alle donne solo nel campo religioso, ed essendo queste delle regole dettate dalla fede, purtroppo si può fare poco per cambiare quello che è stato scritto nelle sacre scritture. Se fosse per me le brucerei tutte, ma non ho con me così tanti fiammiferi. Non voglio infilarmi in un discorso che potrebbe essere frainteso o magari espresso male per una mia ignoranza di base su certi argomenti, ma quello che ritengo di sapere bene è che in tutte le società la donna è una vittima, sia nella religione, che nelle regole di vita sociale, ed è un uomo a dirlo. Non bisogna andare a prendere dei casi limite o catastrofici per rendersi conto della discriminazione sessuale in atto, anche guardare con un occhio un po' più critico ciò che avviene in sfere diverse da quelle sopra descritte, è utile a comprendere la condizione che le donne subiscono oggigiorno. Sul lavoro per esempio, sono pagate di meno, difficilmente raggiungono livelli dirigenziali, vengono fatte loro forti pressioni di rinuncia alla maternità, o posticipata ad età a volte persino rischiose e sono spesso esaminate clinicamente dai colleghi uomini per le loro caratteristiche fisiche, per dirne giusto qualcuna. Il campo dove meglio si prendono in considerazione le vere attitudini delle donne ed il loro cervello, è quello dello spettacolo/moda/televisione, qui si che da essere umano si tramuta per magia, in un oggetto propriamente detto, che possibilmente sia non pensate, esteticamente perfetto, disponibile non solo nei sogni e pronta a tutto per la soddisfazione di chi le sovrasta. Tempo fa parlai con mia moglie proprio su questo argomento e lei mi riportò le parole di una sua docente universitaria, che per come la vedo io, ha davvero centrato il problema, cioè: di questi tempi il ruolo e la figura della donna sono banalizzati, si prende sotto gamba ogni problema che la riguarda, perché si è legittimati a credere che non valga di più del corpo che mostra. E' aberrante però è così. Riflettendoci mi rendo conto che quando si parla tra uomini di donne, il passaggio immediatamente successivo è quello del sesso. Quando guardo un film, piuttosto che una pubblicità in TV o sul giornale, la stragrande maggioranza delle volte ci sono ragazze succinte o donne semi nude, messe in bella mostra per attirare l'attenzione di noi uomini. E' un dato di fatto che noi maschi abbiamo due cervelli, uno risiede placido dentro la calotta cranica, l'altro nei pantaloni. Io non sono esente da questo discorso, cerco di dividere il più possibile le due attività, ma nonostante i miei sforzi, l'istinto maschile di riproduzione è faticoso da domare, me ne rammarico certo. Per questo motivo la donna è strumentalizzata ed esposta non diversamente da un manichino in vetrina. Il calcolo è presto fatto, il mondo è in mano agli uomini e per sollazzare il desio del sesso, la donna deve rispecchiare tutte le caratteristiche dettate dalla volontà maschile ed è assurdo che tantissime donne, non tutte per fortuna, si prestino a questo gioco perverso per la compiacenza del maschio. Quella che in alcuni casi casi viene definita come emancipazione femminile, se si guarda bene non è altro che la creazione o meglio l'impersonificazione di diversi modelli stereotipati del gusto maschile, che non hanno nulla a che vedere con la normalità delle donne, in tal modo, molte ragazzine insicure, prendono d'esempio dei modelli sbagliati per farsi accettare dai loro antagonisti naturali, nel senso che per piacersi devono per prima piacere ad uomo, forse a tutti gli uomini che incontrano, così in questo modo, possono avere la certezza di essere considerate belle. Sembrerà assurdo ma considerare la donna come un essere inferiore, purtroppo viene insegnato fin da piccoli ai bambini. Lo posso dire con certezza perché avendo una figlia, so come a volte viene trattata da i suoi compagni di classe maschietti, ovvio lo si deve commisurare in un contesto di bambini, ma il passo che questi faranno da grandi, non sarà poi lontano da tutto ciò che poi si legge sul giornale. Non soltanto sono i padri ad insegnare ai figli maschi quanto ho appena detto, ma anche le madri prendono parte a questo sbagliato modo di educare i figli, facendosi trattare come delle pezze da piede sia dal marito che dal figlio stesso, accettando per prime questa orrenda consuetudine. Di esempi ne potrei riportare a bizzeffe, quindi mi permetto di esprimerlo apertamente in quanto parlo con cognizione di causa. Personalmente ho sempre avuto un grande rispetto per le donne, eppure non sono sicuro di non aver mai offeso oppure urtato la sensibilità di qualche ragazza da giovane o qualche bambina da piccolo, credo di no, ma non ci giurerei, proprio perché si è sempre tenuti a credere che fosse corretto pensare in questo modo totalmente errato, senza che nessuno mi insegnasse il contrario. Mia madre è sempre stata una donna forte e mio padre non le ha mai mancato di rispetto, quindi sono tenuto a credere che almeno in famiglia, le cose andassero diversamente da ciò che vedevo all'esterno, ma se devo dire di avere la coscienza pulita, ecco non mi azzardo a sostenerlo. Ora che sono padre di una figlia femmina voglio insegnarle che lei deve pretendere da tutti gli uomini il rispetto che merita perché una donna non è seconda a nessuno. Per quanto riguarda mi figlio, gli insegnerò appunto di rispettare tutte le donne perché è così e non c'è altra via se non questa. Francamente credo che se il mondo fosse governato da più donne che uomini, vivremmo tutti molto meglio di adesso, non soltanto perché le donne sono più sensibili su certe tematiche, più capaci nella gestione di tutto ciò che riguarda un'organizzazione, ma per il semplice fatto che sono più intelligenti e per questo avranno sempre, al contrario di noi uomini una marcia in più. Il mio centesimo post è una celebrazione dell'altra metà del cielo, quella sempre splendente di giorno, ma anche stellata di notte, quella che da qualunque parte la si guardi, si vedrà sempre la parte più bella in assoluto, questo post è per tutte voi, ho detto.

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