lunedì 3 marzo 2014

LA TORTURA DELLO SPREMIAGRUMI

Nella società moderna di oggi, ci troviamo spesso ad essere vittime involontarie di un sistema malato, logorante ed alienante. Siamo divenuti delle macchine capaci di produrre qualsiasi cosa, dai beni materiali di uso comune, alle psicosi mentali, passando per le malattie infettive, fino ad arrivare a creare un senso di bisogno fittizio e del tutto ingiustificato di oggetti, di sentimenti e di necessità. Oggigiorno l'essere umano è in grado di produrre e riprodurre tutto. L'infanzia dei bambini, oltre ad essere circondata da beni di consumo più o meno utili, è proiettata in visione di una futura produzione di altrettanti oggetti per generazioni seguenti, capaci un giorno di fabbricare tutto ciò che serve a chi verrà dopo di loro, esattamente come la catena di montaggio del celeberrimo Henry Ford. All'interno di questo immenso sistema di produzione, ognuno di noi ha la propria dose di responsabilità nell'alimentazione della macchina, ovvero, presi singolarmente ogni essere umano, contribuisce a mettere un pezzettino di carbone dentro la fornace di questo treno inarrestabile che avanza distruggendo anche il più piccolo frammento di equilibrio naturale. Stiamo oggettivamente riducendo al minimo le fonti di energia del pianeta in nome del benessere, avvelenandoci per questo, sia l'anima che i pomoni. E' incredibile eppure paradossalmente per riuscire a stare bene, secondo quel modello imposto dalla società come benessere, ci ammaliamo di malattie subdole, atroci, come tumori&Co. Ci alimentiamo di roba tutt'altro che naturale, ma spacciata e spergiurata come tale da chi la produce, ingannandoci con gli involucri dei prodotti, imbellettati da fiori e piante su una bella confezione a sfondo verde, come a sancire il collegamento mentale che lega il verde alla natura, quando poi in verità ci introduciamo lo stesso quantitativo di ingredienti poco salutari e a volte persino tossici di altri, ma confezionati con colori anonimi o addirittura a volte sgargianti come i giubbotti del pronto soccorso. Ci stiamo inquinando anche il cervello con il lavoro quotidiano. Certo, perché per avere quei quattro soldi che ci permettono di tirare a campare, siamo costretti ad ingoiare tutti i malumori dovuti allo stress, delle persone che ci stanno vicino e non di meno i propri, in luoghi di lavoro congestionati di richieste fatte da persone frettolose e prepotenti, magari anche scorbutiche e maleducate, scandite da ritmi serrati e per l'appunto stressanti. C'è anche chi, per guadagnare un briciolo di più, sacrifica le ore notturne, notoriamente dedicate al riposo, a scapito della salute e dei bioritmi necessari al proseguimento di una vita normale, per quel bene, che però è il più grosso male di tutti i tempi, si parlo esattamente di loro, dei soldi. Non si scappa tutto è circondato dalla pecunia, incredibile ma vero anche la felicità la si può misurare in banconote. Chi è ricco non è costretto a pensare a tante cose, o meglio, forse non si preoccupa delle questioni basilari come chi di soldi non ne ha neanche un po', ed è per sua fortuna, più disponibile ad una vita di fatta di piaceri, di sfarzi e di eccessi. Al contrario chi è povero non pensa a niente se non alla sopravvivenza, però chi sta nel mezzo, ma quello un bel po' al di sotto della classe media, per questa stragrande maggioranza di persone la vita è complicata. I soldi li guadagna ovvio, ma come entrano allo stesso tempo escono con una rapidità da Speedy Gonzales, mica perché ha le mani bucate, magari! Ma soltanto per rimanere in regola con tutte le bollette, per non incappare in sanzioni è scrupoloso di pagare tutto entro la corretta tempistica, per sfamare una famiglia, ecc... sborsa ogni mese l'equivalente dello stipendio guadagnato con fatica senza ricevere nulla di più. E' la fetta di persone che fa sacrifici, quelli che per fare dei progetti hanno bisogno di calcolare tutto e scongiurare che non ci siano imprevisti, sono quelli che la vita presenta loro il conto ancor prima di realizzare un sogno, sono quelli che le soddisfazioni ne ha poche e quelle che ha le custodisce come il più preziosi dei tesori. Sono la base della società, le fondamenta stabili sulle quali si erge lo Stato che tuttavia nonostante lo sorregga a stento, purtroppo, si accanisce di più con le tasse, le sanzioni, gli sbagli, vai a capire il motivo. Quelli che le ingiustizie non le vedono soltanto passare, ma le subiscono ogni giorno e per vederle scomparire devono comunque pagare di tasca propria, anche quando l'errore non è avvenuto per mano sua. Sono le arance spremute fino alla buccia, usufruendo del loro succo ogni singola goccia, oppure prime ad essere sprecate e lanciate come quelle della battaglia di Ivrea. Solidarietà alla arance di tutto il mondo e al cibo sano.

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