lunedì 28 aprile 2014

NATO AI BORDI DI PERIFERIA

Crescere in periferia, qualunque essa sia, porta dietro di sé una serie di fattori comuni a tutti coloro che passano gran parte della vita alle porte dei grandi centri urbani. Quando si è piccoli l'hinterland viene considerato, dai genitori per lo più, una specie di roccaforte in cui si riesce a crescere in maniera più protetta, rispetto a chi vive nelle grandi città. Le distanze sono minori per eseguire le basiche gestioni familiari, tipo, i negozi sono sotto casa, le scuole ad un tiro di schioppo, i parchi dietro l'angolo. Per non parlare dei vicini che si conoscono da intere dinastie, insomma è dopo tutto un luogo in cui le piccole comodità, non le si disdegnano affatto. I bambini instaurano a quest'età, delle amicizie che si porteranno dietro come delle ombre, a meno che qualcuno non si trasferisca altrove. Poi è chiaro che la vita mette difronte una moltitudine di bivi nel quale ognuno percorre la propria strada, però l'amico del cortile, non negherà mai un saluto anche sono trascorsi diversi anni dopo l'ultimo incontro.
Quando si diventa adolescenti, i ragazzi sperimentano i primi viaggi in città con la compagnia, e dico viaggi perché di quello si tratta. La distanza dal centro la si misura in base a quanti cambi di mezzi pubblici si devono effettuare prima dell'arrivo. Io ho vissuto a Rozzano per 25 anni della mia vita e di viaggi ne ho fatti, sia per diletto, che per recarmi a scuola. A proposito di scuola, con alcuni amici tempo fa, abbiamo fatto luce su un argomento, anzi abbiamo toccato un tasto, azzarderei dire dolente. Mi spiego. Si diceva che chi proviene dalla periferia, ha in qualche modo il destino abbastanza segnato, ovvero, le scuole superiori all'interno del comune in cui si vive, non sono licei e anche quelli più vicini, non lo sono, perciò la sua istruzione è circoscritta a qualcosa di pratico, o meno qualificato rispetto ad un liceo classico, linguistico o scientifico. Si può sostenere che è molto più agevolato chi vive dentro i confini del capoluogo in quanto a scelta dell'istituto e, anche in fattore di tempo impiegato per raggiungerlo influisce non poco, se si ha poi la fortuna di vivere in centro ancora di più, ovvio. Molto probabilmente che viene dall'hinterland non ha una famiglia propriamente benestante, nel senso che di solito sono figli di operai e gente semplice che vive in case popolari e, quanto ad istruzione, non è che ci badano poi molto. Perciò si continua ad mantenere una certa costanza in quanto a mediocrità scolastica e lavorativa futura. A ben dire, questa tesi l'approvo a pieno, e lo dico con cognizione di causa, poiché provengo da quella realtà. Auspicherei a ritenermi differente da tutto ciò, però non è proprio così.
Il problema della periferia lo si riscontra quando si cercano degli spazi che non ci sono, quando ci si sente abbandonati da parte delle autorità e dalle istituzioni, quando si trova intorno soltanto degrado e crimine. Sono cose che da bambino non si percepiscono ma stanno sempre lì nascoste, che marciscono e logorano nel ventre della piccola cittadina come un male, come un tumore e si muore per questo. L'adolescente fugge molto spesso da un luogo in cui non ci sono offerte per una crescita sana, o delle alternative a ciò che sta intorno lui, come appunto le famose cattive compagnie, onnipresenti nelle periferie. Personalmente di brutte compagnie ne ho viste parecchie e qualcuna ne ho pure frequentata, ma me ne sono andato quando ho capito che le idiozie fatte per passare il tempo, avrebbero fatto presto ad oltrepassare in qualcosa di più di una semplice "marachella". Invece l'escalation di alcuni personaggi che conoscevo bene, nel senso che sapevo anche quale tipo di situazione avevano alle spalle, beh sono finiti dietro le sbarre e alcuni di questi persino arrivati alla morte, ammazzati da colpi di rivoltelle. Ora anche all'interno delle grandi città ci sono dei quartieri pericolosi, in cui si trovano situazioni simili a quelle della periferia, ma sono comunque all'estremità della città, poi la grandezza della stessa, rende il fenomeno meno concentrato e di fatto numericamente sembra inferiore. Le dimensioni dei comuni dell'hinterland, essendo queste ridotte, fanno risaltare subito all'occhio le situazioni di degrado, questo è abbastanza innegabile, quindi si crea l'idea della periferia sporca e violenta, divenendo con il tempo un marchio indelebile che si attacca addosso ad ogni abitante. Quando dicevo a qualcuno che abitavo a Rozzano, mi guardavano come se fossi il più efferato dei criminali, lo posso giurare.
Giusto oggi parlavo con mia moglie, che è stata sempre una gran sostenitrice della città, mi dice che non le dispiacerebbe andare a vivere un po' fuori, perché le case costano meno e sono più grandi, i centri satelliti della cerchia nord di Milano sono più tranquilli e circondati da verde a profusione ed indubbiamente sono a misura di famiglia. A me è sceso un brivido lungo la schiena, dato che anch'io sono per la grande città a tutti costi, anche se devo ammettere vedo i lati positivi del vivere fuori, poi avendo trascorso la mia fanciullezza in un comune come Rozzano so di cosa si tratta nella fattispecie. Ma non me lo sarei mai aspettato di sentirlo da lei, devo essere onesto. Però dato che mi fido ciecamente del parere di mia moglie e credo in lei, non è detto che un giorno non ritorni in periferia, (un po' alla Ramazzotti), a vivere una vita di paese, chi può dirlo. Certo se il paese è una bettola, credo mi incatenerei a Palazzo Marino, ma dubito, in quanto mia moglie ha sempre un gran gusto nelle scelte. Se invece fosse gradevole, potrei anche ripensarci e a quel punto manderei a tutti una cartolina.

Se fosse questa la "periferia di Milano" ci andrei con il surf.



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