venerdì 29 agosto 2014

BITTER

L'altro giorno mi stavo recando a lavoro con la mia bici, era tardo pomeriggio e le strade non erano ancora piene come al solito. Al semaforo adiacente ad un grande ipermercato, mi fermo avendo la luce rossa indirizzata verso di me e vedo attraversare una ragazza con un bambino di 5/6 anni e un'altra donna più adulta, che avrà avuto forse 45 anni ma portati molto male. Li seguo con lo sguardo mentre mi passano davanti, intanto parlano tra di loro in una lingua credo balcanica. La ragazza teneva per mano il bambino ed ha avuto tutte quelle accortezze nei suoi riguardi, come solo un genitore sa fare. Ho individuato subito quei piccoli gesti tipici, compiuti da chi tiene di più alla vita affianco che non alla propria. Mi ha fatto tenerezza poiché ho rivisto in lei ciò che faccio io con i miei figli, quando ci troviamo nei pressi di una strada trafficata. Ho detto che quello fosse suo figlio, nonostante la sua giovane età. In verità non è stato nulla di così eclatante, ma a volte sono proprio le piccole cose a colpirmi, perché le ritengo appartenenti ad un istinto e su quello non ci si può sbagliare. Poi però guardo in faccia la ragazza e mi sembrava di averla vista da qualche parte, lì per lì non mi viene in mente e procedo avendo a questo punto il semaforo verde. Arrivo in una zona della strada opposta dove la notte ci sono delle prostitute ad attendere i loro clienti. Improvvisamente mi arriva tra le tempie un flash. Riconosco subito il volto della ragazza di prima e la collego tra le due prostitute che battano in quello spiazzo di strada sempre lurido. Per arrivare a lavoro, quello è per me un passo obbligato e quasi tutte le sere vedo questa ragazza, vestita e truccata come la sua mansione richiede. In quell'esatto momento mi è venuto in mente il bambino tenuto da lei per mano e quella che presumibilmente credo fosse stata la nonna. Mi è montato su un gran senso di tristezza per aver visto un frammento della vita di questa persona, che di notte si trasforma per sfamare suo figlio ipotizzo.
Lavorando di notte e facendo per anni la stessa strada, vedo in continuazione in ogni angolo della città prostitute e transessuali. E' divenuto così normale per me, ma anche per alcune di loro vedermi passare più o meno alla stessa ora quasi tutte le notti, che alla fine si arriva a salutarsi. E' logico pensare ad ognuno di loro come degli individui con dietro una vita e dei cari ad attenderli a casa, però quando la si osserva da vicino come nel caso della ragazza, bé la cosa lascia dell'amaro in bocca oltre che ad una lacrima sul viso.


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