mercoledì 20 agosto 2014

NON E' MICA ILLEGALE!

Ieri dopo aver lanciato la bomba della mia prossima paternità (la terza per la precisione) ho avuto come risposta un sacco di congratulazioni da parte di amici e colleghi. Sono stato ben contento del riscontro positivo, non che avessi dei dubbi, però è bello sentire che le persone con le quali condividi la maggior parte della quotidianità, siano contenti per te e si rallegrino della lieta novella.
Mi sono reso conto anche di una cosa non molto positiva in verità, non nei miei riguardi, bensì in quelli di mia moglie e come lei nei confronti di tutte le donne del pianeta.
Sul posto di lavoro desta non poche perplessità e preoccupazioni, avere una donna in gravidanza agli inizi dell'avventura materna. Forse sarebbe meglio specificare che si tratta di un vero e proprio fastidio, come se la donna incita desse un colpo basso all'azienda che le paga lo stipendio ogni mese, e lei dal canto suo, ripaga con un gesto dispettoso le magnanimità del datore di lavoro. Le donne sono viste come delle bombe ad orologeria in grado di scombussolare i delicati equilibri del lavoro in soli 9 mesi, anzi anche molto prima della nascita, appena viene reso ufficiale lo stato gravido. Per questo motivo mia moglie ha avuto delle forti remore a comunicarlo ai suoi capi. In realtà il resto della dirigenza non è del tutto al corrente in maniera ufficiale, e seppure fossero stati tutti a conoscenza della cosa, non avrebbe alleviato il senso di colpa che le viene inculcato dalla nostra società, così detta "progredita". Perché di questo poi si tratta, ovvero di sentirsi colpevoli di voler creare o allargare la famiglia, lasciando il posto di lavoro e percependo lo stipendio anche se di fatto non si sgobba come dei muli. Mi rendo conto che per un'azienda non sia facile, ma se non ci fossero le donne a sfornare dei pargoli ogni tanto, non ci sarebbe più alcuna forza lavoro nel futuro, detta in maniera prettamente economica e tralasciando tutti i sentimentalismi. Per cui avere delle donne in ufficio è una garanzia ed un investimento per il Paese. E pensare che in Norvegia sono obbligatori 3 mesi di paternità anche per l'uomo. Questa si che sarebbe una soluzione utile anche per noi! Invece di cacciare le streghe con la prole in grembo, dovremmo prendere esempio dai paesi decisamente più progrediti di noi. Certamente si prenderebbe più coscienza del ruolo genitoriale e di cosa significhi avere un figlio, evitando di confinare nell'arduo compito dell'allevamento soltanto la madre, in questo modo si valorizzerebbe il contributo maschile e si alleggerirebbe quello della donna. Ma d'altronde qui essere una donna lavoratrice e allo stesso tempo fertile è considerato un reato.


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