venerdì 15 agosto 2014

HOME ALONE

A differenza di Macaulay Culkin la mia permanenza a casa da solo non è così divertente, anzi è esattamente il contrario. Ieri sono tornato a Milano ma con me non è venuta anche la mia famiglia, in quanto loro stanno ultimando i restanti giorni di vacanze al mare. Durante il corso degli anni e delle vacanze estive, mi è capitato spesso di stare senza la mia famiglia per compiere i miei importanti doveri lavorativi, d'altronde il mondo conta solo su di me e non posso esimermi. Ogni volta però è la stessa storia, mi annoio da morire a non far nulla. Sono abituato a correre avanti e indietro, a sentire ridere e giocare intorno a me, a parlare con i miei figli e con mia moglie, insomma a trascorrere una vita normale fondata sulla quotidianità degli eventi, sia quelli importanti, che quelli frivoli. Ma quando non ci sono loro automaticamente mi annullo, mi passa la voglia di fare qualunque cosa, la prima fra tutte è cucinare per me. Rapidamente il "riposo" si tramuta in ozio, che a sua volta diventa noia, per poi divenire solitudine. In questi casi riempio il vuoto del tempo leggendo, ascoltando musica, scrivendo e deprimendomi davanti la TV. Guardare la televisione è una cosa che mi capita di rado perché non c'è mai nulla d'interessante che catturi la mia attenzione, eppure la noia mi fa accendere quell'aggeggio infernale per scoprire che non c'è limite al peggio e da qui scatta la mia depressione. Uscire con gli amici non se ne parla nemmeno, in quanto sembra che a Milano ci sia solo io in questo periodo, e poi comunque non mi divertirei più come un tempo, addirittura mi monta un senso di colpa ad uscire sapendo che a casa non c'è nessuno e poter dare libero sfogo all'eventuale euforia. Quindi aspetto chiuso in casa che arrivi il momento di andare a lavoro per poi tornare a casa appena finito il turno. Menomale che stamattina sono andato in palestra a rimettermi un po' in forma, anzi a farmi partire il senso del dovere di eseguire delle azioni che sennò sarebbero consumate sul divano. Ho anche tirato fuori dalla cantina la mia bicicletta e così facendo, non sono caduto in tentazione di usare l'auto per muovermi, sapendo che potrei farlo senza problemi di parcheggio e di traffico.
Però la vera novità di quest'anno è che insieme a me c'è la piccola Nala a tenermi compagnia. Sarà strano concepirlo come vero, però quell'esserino a quattro zampe anche se non dice nulla, a parte quando miagola per ottenere del cibo, riesce ad dare prova della sua esistenza restando immobile accanto a me, riempiendo quel senso di vuoto che si divulgherebbe ogni qual volta appoggio gli occhi su una sedia libera o su un letto non disfatto. Sapere che in casa c'è una vita ulteriore oltre la mia, un corpo che respira e che richiede del cibo, riesce ad attivarmi e far dimenticare per un momento la noia che mi assale quando il sole risplende nel cielo. Gli anni scorsi approfittavo della piena disponibilità del mio tempo, armeggiando con dei prodotti provenienti da qualche piantagione sconosciuta, cosa che mi nego volutamente quando la mia famiglia è con me, però non ne trovavo alcun giovamento, a dire il vero venivo stuzzicato impunemente dai fantasmi dei miei pensieri più catastrofici, rimanendo angosciato e amareggiato finché l'effetto di stordimento pian piano abbandonava la mia mente. Questa volta non corro nessun rischio dato che non ho niente.
Certo che se la mia vecchiaia dovesse mai diventare così, credo che non sopravviverei a lungo e se penso che molti anziani vivono proprio in questa maniera, rabbrividisco, cioè posso capire il loro stato d'animo e li compatisco, poveri loro.
Da che mi ricordo non sono mai stato capace di gestire il mio tempo, anche quando vivevo con i miei genitori avevo l'abitudine di sperperarlo senza ritegno. D'estate se capitava di restare a casa da solo mentre loro erano in vacanza, mi riducevo allo stesso modo di adesso ovvero di ozio sfrenato, in più però usavo tanto le stesse sostanze di rimbambimento sopra menzionate, ma senza sensi di colpa. All'epoca però c'erano gli amici e bastava una chiamata per tramutare una giornata noiosa in un deliro assoluto. Eh si ero giovane all'ora! In quel periodo restare a casa da solo non significava solitudine, bensì libero accesso ad ogni eccesso e così fu. C'è da dire che una volta di tempo per me ne avevo parecchio, perciò non sentivo il contraccolpo come adesso, di avere tutto un programma serrato e all'improvviso non avere più nulla da fare. Le mie giornate erano sviluppate su 24 ore, anzi su settimane, non avevo scadenze, obblighi né doveri di nessun tipo. Invece durante l'anno ho come la sensazione che il tempo non mi basti mai. La parentesi estiva a casa da solo è una cosa a parte, addirittura mi sembra ce ne sia fin troppo e per questo non sia abituato più a distribuirlo in modo da non avere ansie particolari.
Oggi è ferragosto ed è una festività della quale non ho mai compreso il senso. So soltanto che se si prenota una vacanza la prime due settimane di agosto tutto costa di più poi dopo il 15 i prezzi calano. E poi ci sono gli immancabili gavettoni, che sulla spiaggia proprio non hanno alcuno scopo di essere fatti, cioè se si ha il mare di fianco che motivo c'è di lanciare secchiate per bagnare qualcuno?
Quando torno a casa dopo aver fatto la notte, mi sveglierò e festeggerò con la Nala simulando la spiaggia sulla sua sabbietta e ci faremo dei gavettoni a vicenda. Io le schizzerò dell'acqua dopo essermi lavato le mani e lei di tutta risposta, mi lancerà qualche granello di sabbia intriso delle sue urine e forse pure di qualcos'altro di più sostanzioso. E' forse questo il senso del ferragosto passato da soli?
La mia più solida certezza sta nel considerare la lontananza dalla mia famiglia come una vera e propria tortura.

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