mercoledì 11 novembre 2015

QUEI GIORNI CHIAMATI FERIE

Sono tornato a lavoro dopo cinque giorni di ferie, richieste con l'intento, di fare le cose più pazze con la mia famiglia. Le ultime vacanze risalgono al lontano mese di giugno, per cui sentivo la necessità di staccare un po' dalla solita routine. I progetti sono stati molteplici, tanto quante le mete prescelte per trascorrere delle belle giornate insieme.
Siamo partiti con l'idea di visitare la Svizzera, poi abbiamo cambiato per la Francia, e come ultima proposta abbiamo pensato all'Inghilterra, cogliendo anche l'occasione di andare a trovare una coppia di nostri amici che vivono lì ormai da anni. Non è avvenuto nulla di tutto questo, sia per una presa di coscienza relativa ad un grande esborso monetario, sia per una questione prettamente logistica. L'alternativa è stata scegliere una destinazione molto più vicina a noi e se vogliamo, molto più bella di tutte le città del mondo; no, non mi riferisco a Rozzano mhuaa,ahaah!
Siamo stati una giornata a Venezia ed è stata un'avventura bella e divertente.
La levataccia compiuta per attuare il nostro piano di evasione dal circondario milanese è avvenuta alle 05.00 del mattino; molto presto sicuramente, ma ne è valsa la pena, dato che non capita spesso di vedere albeggiare e prendere il treno contemporaneamente.
La città lagunare è uno spettacolo, è affascinante, malinconica, retrò, così differente da ogni città del mondo che sembra finita, come se fosse dentro ad uno studios di Hollywood o a Cinecittà; costruita come scenografia per un film, magari settecentesco, dall'atmosfera misteriosa e avvolta da un enorme coltre di nebbia; cioè, è così che me la immagino nel passato.
Per nostra fortuna, la giornata è stata a dir poco splendida: piena di sole e immersa un in piacevole tepore autunnale, l'ideale per noi turisti, intenti a visitare ogni angolo, ogni ponte, ogni sua bellezza.
Quello che ha divertito di più i miei figli, sicuramente sono stati gli spostamenti in battello, così inusuali per noi abitanti della terraferma, che l'uso di quel mezzo comporta sempre una certa euforia, per cui non ci ha pesato minimamente starci sopra anche per una ventina di minuti buoni, come quelli necessari a raggiungere Murano. Che dire di piazza San Marco, del ponte Rialto, di tutte quelle calle e degli edifici secolari; davvero meravigliosi!
Purtroppo però, i resto dei giorni di ferie li ho trascorsi tra viti e assi di legno, passando dalla vernice e finendo all'Ikea, smadonnando nel traffico sabatino in attesa di un furgone e di tutto ciò che vi ho caricato dentro; ma questa è un'altra storia che racconterò quando sentirò la necessità di inveire contro le ristrutturazioni domestiche. Intanto mi rassereno pensando alla nostra bella gita fuori porta.





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