mercoledì 25 novembre 2015

QUEL DOLORE CHE NON SI DIMENTICA MAI

Ci sono diversi scienziati che nel corso degli anni, hanno sostenuto diverse tesi, molto accreditate, riguardanti gli enormi livelli di sopportazione del dolore nelle donne. Questo significa che riescono a sopportare meglio di noi il dolore fisico, ma non per questo, è giusto procurare loro tale dolore. Essendo oggi la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, mi sembrava doveroso ricordarlo e soprattutto ribadirlo.
Le donne sono degli esseri umani straordinari, hanno e avranno sempre una marcia in più rispetto a noi uomini, e anche sulla fattore resistenza sono in grado di sopportare di più, basti pensare al parto e tutto si chiude con un grande applauso.
Io, come esponente della fazione maschile, sulla parte della sopportazione faccio abbastanza ridere, per cui mi rendo conto che, se fosse stato affidato a noi uomini il dono del parto, non avrei mai avuto tre figli.
Comunque nel mio piccolo anch'io ho subito dei dolori, per me, insopportabili.
Non potrò mai dimenticare quel giorno che da bambino, mi chiusi quell'affare (che mi sarebbe servito molto da grande per formare la mia famiglia) dentro la cerniera dei pantaloni. Stavo facendo la pipì e per correre incontro a mio papà, per salutarlo dal suo arrivo a casa, mi sono precipitato a chiudere la zip, evitando però di riporre il mio...accessorio, dentro i pantaloni. Il dolore è stato tremendo ma dopo divenne insopportabile, quando mio padre, per liberarmi, tirò in basso con molta, ma molta forza. Se ci ripenso troppo svengo.
I miei cari zebedei, vennero chiamati in causa nuovamente diversi anni dopo, quando, durante un gioco stupido fatto con gli scout, ricevetti un calcio con gli scarponi da montagna, proprio lì. Quel giorno mi arrivarono in gola; madonna che male! A dire il vero mi stupisco di essere riuscito a diventare padre per tre volte!
Io da bambino non sono mai stato un appassionato di calcio, anzi, me ne vedevo bene dal giocarci seriamente, ma qualche volta è capitato che a dare due calci al pallone ci fossi anch'io, ineme ai miei amici giù al cortile. In una di queste improbabili partite, stavo andando contro il mio avversario e non ricordo bene come, sono finito a terra. Peccato che conficcato nel terreno ci fu uno spunzone di legno per metà fuori dal terreno. In un modo o nell'altro ci caddi sopra con l'osso sacro. In quell'istante persi la cognizione del tempo e dello spazio e mi mancò il fiato per qualche minuto buono. Un dolore allucinante.
Sempre da bambino, stavo giocando con un mio cugino a casa di nostra nonna. In realtà stavo inseguendo lui per tutta la casa, forse per far finta di picchiarlo; un pretesto per correre dappertutto. Per seminarmi, corse fuori di casa, per andare a rifugiarsi nella casa affianco, ossia quella di nostra zia. Entrambe le porte d'ingresso delle due case erano aperte, dando modo alla corrente del vento di fluire senza intoppi. Ad un certo punto il vento si fece molto più forte, tanto, da far chiudere di colpo la porta blindata di mia nonna. La sifga volle che mi chiusi le dita tra lo stipite e la parta appunto, con un colpo sonoro da farmi quasi tagliare le povere quattro dita appoggiate aggrappate per non cadere. Il dolore fu tale che gridai con tutto il fiato che avevo in gola. Lo spavento di tutti si rivolse su di me e andai in ospedale. Risultato: tre dita steccate, per fortuna!
Ora, quanto ho scritto qui sopra, si sono rivelate delle disavventure traumatiche e tragicomiche, però non è quello che molte donne purtroppo subiscono quotidianamente. Perciò mi unisco alla voce corale che grida Basta con la violenza sulle donne.
Ricordatelo sempre.


Nessun commento:

Posta un commento

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...