lunedì 19 dicembre 2016

DOPO IL GRANDE EVENTO

Ieri sera c'è stato il concerto dei Twenty Euro For Love al centro sociale Ponte della Ghisolfa, come al solito mi sono divertito parecchio, nonostante avessi un orecchio teso verso il telefono con l'ansia che mia moglie mi chiamasse per dirmi che era pronta al parto. Attenzione, non sono un padre degenere che lascia la moglie nel momento bisogno, mancano ancora un po'di giorni all'effettivo termine però, conoscendo i miei polli, ogni instante potrebbe essere quello decisivo; per cui...
Nel corso della serata ciò che non si è fatto mancare è stato il freddo gelido, colpendo senza pietà le mani di noi musicisti in tutta la sua forza pungente per l'intera la durata del live e ben oltre.
In effetti suonare in inverno ha questo lato fastidioso che va ad incidere negativamente sulla performance musicale, specialmente se il locale non ha a disposizione un impianto di riscaldamento efficace.
Va beh, poco male, questo fattore non è andato ad impattare poi molto sulla nostra esibizione, anche se ogni tanto qualcosa di poco fluido lo si è dovuto alle dita congelate.
La serata in sé non la si può definire un evento da annoverare tra quelli più cool del 2016, a dire il vero, oltre alle band sotto il palco in attesa del proprio turno, di spettatori propriamente detti non ce ne sono stati tanti, oddio, meglio specificare che c'erano pochissime persone e basta, eppure i nostri più affettuosi fan sono comunque accorsi per vedere la nostra mezz'ora di show nonostante il clima rigido e la poca propaganda dello spettacolo.
E' qui che verte la situazione di ieri sera: la poca affluenza di gente.
Credo che si dovesse necessariamente parlare di responsabilità di quanto è avvenuto ieri, la si dovrebbe ricondurre al locale, in quanto spetterebbe a chi gestisce l'organizzazione dell'evento di promuovere e reclamare la serata per richiamare quanti più spettatori possibili, anche solamente per il loro tornaconto; non tanto alle band che il loro lavoro lo fanno esibendosi e ovviamente comunicando agli amici di partecipare, (la maggior parte delle volte), come supporto morale e non per avere un contributo monetario.
I locali spesso delegano ai gruppi l'onere di sbattersi per far accorrere quante più persone anche se, come ho appena scritto, alle band emergenti non arriva un centesimo a differenza del locale che per quanto possa andargli male, ha comunque un introito dovuto alla vendita di alcolici e quant'altro. Non è giusto, eppure va sempre a finire in questo modo.
Il locale dovrebbe avere una specie di clientela fissa al di là delle proposte di quella specifica serata, come dire, se il posto funziona perché essendo attivo e presente sulla scena, ha spesso un ricambio di eventi ai quali la gente si affida. Le band che si esibiscono troveranno un pubblico che va oltre alla cerchia di amici, è così nascono i gruppi che si fanno un nome ed è in questo modo, che un locale diventa un'istituzione.
Per esempio, il CBGB's è stato un locale fondamentale per il punk nel corso di quasi trent'anni di vita e non il contrario. Ma si sa, all'estero le cose funzionano in maniera più costruttiva, nel senso che le band emergenti vengono considerate a tutti gli effetti come una possibilità sulla quale puntare e non un peso morto.
A parte tutto questo, ribadisco che mi è piaciuto suonare ieri sera anche se di fronte a quattro gatti, poiché fa sempre bene mettersi alla prova con gente che non si conosce, forma il carattere tanto quanto un dojo di karate.
Prima o poi il nome dei Twenty Euro For Love circolerà ovunque e allora nessuno sarà più giustificato a non prenderci sul serio, neppure il più fighetto dei locali milanesi.
Io ci scommetto.


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