sabato 26 ottobre 2013

AUSPICARE AD UNA VITA MIGLIORE

Da quando lavoro nel posto dove spendo ore e ore della mia giornata (meglio dire nottata) e sputo ettolitri di sangue dalle vene, mi rendo conto che a lungo andare, questa maniera di eseguire il dovere lavorativo, apporta poca soddisfazione alla mia vita da impiegato. Nel senso che, per quanto mi sbatta in orari non consoni alla gente comune, che perda la metà della mia salute dietro a richieste di emergenza effettuate nel cuore della notte e per questo venire anche retribuito il minimo sindacale, all'orgoglio e al portafogli tutto ciò incide, sulla soddisfazione personale. Comprendo che la situazione lavorativa in Italia sia disastrosa, che le aziende muoiano come mosche insieme ai loro proprietari, che bisogna ringraziare di avere già quel poco che basta a sopravvivere ecc..ecc...ecc ok ne sono consapevole. Ma confido nell'ottimismo e sono speranzoso che la situazione prima o poi cambi. Nel frattempo io cosa posso fare? Aspettare magari dieci anni e vedere la mia vita consumarsi nell'azienda attuale? No, per carità. Quindi, sto pensando di ritornare all'università. Una volta molto orgogliosamente frequentavo mediazione linguistica e culturale alla statale di Milano. Essere definito come studente ligio allo studio è un po' eccessivo, oppure fannullone è forse troppo discriminante, però non mi sono distrutto dietro ai libri. Diciamo che ho colto il bello di essere uno studente universitario. L'elasticità, la pianificazione personale degli studi e le feste dedicate ai frequentatori dell'ateneo, mi hanno distratto dal piano iniziale. Qualche esame l'ho sostenuto, nemmeno pochi ad essere onesti, ma non la giusta quantità per permettermi di laurearmi nei tempi giusti. Ora che ho dieci anni di più, una famiglia ed un lavoro, la mancanza dell'agognata laurea mi pesa.
1 per un fattore di orgoglio personale.
2 per una situazione lavorativa migliore e ben retribuita.
Sono andato nei giorni scorsi nelle varie segreterie dell'università e per farla breve, hanno distrutto il mio intento di riprendere in mano i libri. Primo fra tutti per un fattore economico. Se volessi ricominciare da dove ho lasciato, questa lunga pausa mi costerebbe qualcosa come 2.000 euro! Poi c'è da aggiungere la frequenza obbligatoria, il piano di studi completamente stravolto e la difficoltà di superare gli esami nei tempi giusti. Conclusione? Abbandono quello che ho fatto in passato e ne ricomincio uno nuovo, ovvero lettere e filosofia. Chi lo sa, magari sarà la scelta migliore. Sono consapevole che al mondo un filosofo o un letterato in più non serva a molto, ma vuoi mettere che bella soddisfazione mi posso prendere. Mi auguro che tutto avvenga per il meglio. Staremo a vedere Mr D., staremo a vedere.

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