sabato 30 novembre 2013

SOTTO IL SEGNO DEL KOALA

Se l'ozio è il padre dei vizi, io sono suo figlio legittimo. Ci sono momenti in cui anche solo il pensiero di fare qualcosa come respirare, mi tramuta in una specie di macigno granitico ed irremovibile attaccato alla parete rocciosa della catena montuosa degli Urali. Quelli sono giorni in cui mi fossilizzerei su qualsiasi superficie pur di alzarmi e compiere l'azione, che altro non è che uno sbattimento, anziché mettermi in moto, armarmi di pazienza e buona volontà e fare ciò che dovrei fare. Il fatto che a volte la pigrizia mi avvolge come una coperta in lana merinos, talmente pesante da impedirmi di agire. Non che ci stia male per questo anzi, sono ben contento di non fare nulla, almeno pensare di non fare nulla, cioè non mi sento in colpa per questo, anche perché è praticamente impossibile per me astenermi dal fare qualunque cosa. Avere una famiglia implica un impegno continuo su tutti i fronti, anche mantenere decente una casa richiede un dispiego di forze non indifferente, quindi non è materialmente fattibile che io possa escludermi come un elefante sulla via del tramonto. A dire la verità non fare assolutamente nulla mi annoia non poco. Stare con le mani in mano, guardare per aria e perdere tempo inutilmente, lo trovo uno spreco, e si sa quanto io ci tenga a questo elemento. Forse la cosa più corrette da dire, a pensarci bene sarebbe: detesto fare le commissioni. Nel corso delle settimane, vuoi per un motivo o per un altro, mi ritrovo a dover andare in luoghi affollati, caotici e spesso troppo caldi e puzzolenti, nei quali, a presentarsi puntualmente oltre a me, ci sono due milioni e mezzo di persone che mi precedono. I posti che non sopporto sono l'emblema della scocciatura per tutto l'emisfero terrestre e sono: l'immancabile posta, la banca, le asl (medico e affini) e i supermercati. E' chiaro che è impossibile non venire a contatto con questi luoghi, sono stati ideati per uccidere l'animo delle persone e tutte le attività che si svolgono al suo interno devono essere fatte per forza, non si scappa. Ma quanto sarebbe bello stare a casa e far fare ad un clone, un androide o anche solo ad un fantasma, ciò che non mi piace. Purtroppo non è stato ancora inventato un -SCANSA-SBATTIMENTI-PERSONALE- che all'occorrenza si possa usare per evitare di perdere metà della vita, rimanendo in piedi come pali della luce, ad aspettare accodati ad un'interminabile fila. Quanto invidio la vita del marsupiale australiano. Non fa altro che dormire tutto il giorno appeso ad un albero, mangia chili e chili di eucalipto senza compiere il minimo sforzo, apre gli occhi solo per guardarsi intorno e non rompe a nessuno. Nella mia prossima vita spero di reincarnarmi in quell'animaletto buffo con la faccia da tonto ma molto simpatico. Sono certo che non farei fatica ad apprendere le sue basilari ed oziose abitudini, a dire il vero forse le ho già apprese ancor prima che me ne rendessi conto.

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