martedì 19 novembre 2013

UN TRANQUILLO WEEK-END ETILICO

In occasione delle mie nozze di legno (i 5 anni per chi non lo sapesse) l'intera famigliola si è recata giù al solito mare, per festeggiare l'avvenimento. Nello specifico né io né mia moglie, abbiamo fatto nulla di estremamente romantico per poter ricordare il momento del nostro "SI", davanti al sindaco o vice che fosse, abbiamo preferito partire per il mare, così anche i bimbi si sarebbero divertiti con noi. Il viaggio di andata da Milano è stato abbastanza impegnativo. Prima di tutto, il traffico milanese ci ha rallentato di almeno due ore dalla destinazione. Poi la pioggia battente ci ha tenuto compagnia per tutto il viaggio, senza mai cessare un secondo. Arrivando sulle vette delle Alpi apuane, anche un bel banco di nebbia ha voluto presenziare con tutto il suo candore. Entrati finalmente a casa, ovviamente i caloriferi erano spenti. Ci è voluto un po' prima che si scaldasse e tutto funzionasse a pieno regime, ma dopo tutto ci siamo riscaldati con quel che avevamo, senza patire troppo il freddo. Così siamo arrivati all'indomani. Ci hanno svegliato dei luminosi e caldi raggi di sole, facendoci dimenticare della giornata precedente e riempiendoci l'animo di allegria e buon umore. Per rendere giustizia alle nostre fatiche, come potevamo non recarci sulla spiaggia e giocare con la sabbia, i sassi e legnetti? Infatti abbiamo passato lì la prima  mezz'ora della mattina. Ad unirsi a noi nei nostri giochi mattutini, sono stati i i cuginetti dei miei figli con gli zii al seguito, tutto come da copione. Saluti, giochi, risate, e finalmente l'aperitivo. Alle 11.30, minuto più minuto meno, il mio esofago ha accolto molto volentieri uno spritz fresco fresco, accompagnato dagli immancabili salatini. Alla domanda che è sorta inevitabile, "Dove andiamo a mangiare per pranzo?" Il mio sguardo si è rivolto verso l'orizzonte, puntando gli occhi sulla tavola blu del mare, sovrastato da un sole quasi primaverile, per prendere l'ispirazione e rispondere, "Non importa dove o casa mangeremo, quello che conta è bere." Mai parole vennero pronunciate con l'intento di essere soddisfatte a pieno. Abbiamo pranzato al ristorante brasiliano, tutto molto buono e stuzzicante. Ogni pietanza che ho ingurgitato con gran soddisfazione, l'ho annaffiata con due cocktail cachaca  per iniziare, da due bottiglie di vino durante il pranzo e da un grappa morbida e due cachaca lisce alla fine. L'allegra combriccola dopo il pranzo si è spostata a casa dei cuginetti, evitando di omettere anche solo un minuto di divertimento bambinesco, dai giochi effettuati insieme. Mio cognato ed io, appena giunti al bar di casa sua, ci siamo fermati per rinfrescarci la gola con un sbagliato. Saliti in casa chiacchierando del più e del meno, sono partite un paio di birre e una bottiglia di vino. L'ora della cena si avvicinava inesorabilmente, ma per riuscire a sfamare tutta la truppa, servivano alcune cose che in casa mancavano. Per cui l'infallibile duo, si è precipitato a comprare ciò che serviva a placare gli stomaci dei più piccoli. Prima però ci siamo fermati allo stesso bar, per abbeverarci di grappa. Siamo andati a comprare del vino dopo, e la pizza poi. A tavola con la cena servita, è evaporata un bottiglia di vino e altre due birre, senza che nemmeno me ne accorgessi. Intanto la serata era divenuta decisamente ridanciana, ma l'alcol ha fatto fatica a stopparsi. Da dopo la cena i ricordi si fanno offuscati e poco chiari. Mi ricordo di non aver mai steso le braccia, perché tenevo sempre in mano un bicchiere di qualcosa. Per fortuna i miei figli si sono fermati a dormire con le cugine, perché il rientro a casa nostra, è avvenuto per miracolo. Ho toccato il letto, svestito nemmeno so io come, sotto le coperte ho perso i sensi. La mattina seguente, tutto l'alcol etilico, batteva sulla mia testa goccia dopo goccia, come la tortura cinese. Era da tempo immemore che non mi sbronzavo sonoramente. Il fuoco nello stomaco, la testa in preda a vortici irrefrenabili ed il malore sparso per l'intero corpo, confermavano di aver soddisfatto la volontà di bere, come da annuncio effettuato il giorno prima in riva al mare. Il pranzo della domenica prima del ritorno a Milano, ho fatto il bravo. Visto che stavo per imbattermi in un lungo viaggio, avevo la necessità di restare più che lucido per non incorrere in sciagure stradali. Anche se il piccolo elfo, nano o chissà cosa, dell'etichetta della choufe, birra belga assai deliziosa, ha voluto a tutti i costi farmi visita con l'intera bottiglia. Per fortuna è andato tutto per il meglio senza guai. Il mio fisico ha retto a questo week-end alcolico, dimostrandomi che ancora per un po' di tempo, prima del decadimento fisico, posso bere duro. Ovvio che tutto deve essere compiuto con saggezza, non farei mai correre dei rischi a nessuno. Vale il detto "NON GUIDARE TROPPO CHE DEVI BERE." Così ho sempre fatto ed è così che continuerò a fare.

Nessun commento:

Posta un commento

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...