sabato 4 gennaio 2014

CUOR LEVANTE

La mia psicologa mi chiese al nostro ultimo incontro, come reagivo agli addii. Le risposi che mi lasciano dentro un po' di malinconia. Quello che mi capita quando penso al Giappone, è appunto un senso di nostalgia e malinconia però positiva, ovvero nulla di così struggente da farmi rattristare pensando al ricordo in sé. Sarà perché è stata un'esperienza formativa personale, ad dir poco stupenda, quindi è naturale pensarci in maniera felice. Ciclicamente con il pensiero torno a quando atterrai all'aeroporto di Narita e quando misi piede sul suolo nipponico la prima e unica volta, ebbene, mi si riempie il cuore di gioia. Il Giappone è stato da sempre il mio paese preferito fin da piccolo. L'interesse nacque, come molti degli appassionati conosciuti in passato, dagli anime trasmessi negli anni '80 e '90. Poi integrai le conoscenze della cultura del popolo giapponese, leggendo la loro letteratura e da lì capii che quel paese era una meta assolutamente da scoprire. Mi affacciai timidamente anche alla loro cucina andando per tentativi. Non fui propriamente soddisfatto la prima volta purtroppo, onestamente maledì quel giorno in cui mi cimentai a sfamarmi con l'ausilio di due ashi. (bacchette di legno) A onor del vero quello fu un mio errore, per due motivi. 1 non sapevo nulla del cibo e di come si dovesse mangiare correttamente per apprezzarlo a pieno. 2 il ristorante era davvero penso. Col passare del tempo mi istruii meglio sulla loro cucina tradizionale e sulla metodologia adeguata, divenne poi la mia cucina preferita, come giusto che fosse proprio perché è squisita. L'unica cosa che ancora mancava per una conoscenza completa era quella di imparare la lingua. Rimediai iscrivendomi al corso di Lingua Giapponese all'università di Milano. Divennero più comprensibili molte cose, dopo lo studio accurato dell'idioma nipponico, apprezzai molte sfumature linguistiche, fui in grado di leggere i kanji (ideogrammi), riuscì a collocare nel tempo e nello spazio ciò che leggevo, insomma la mia passione si era tramutata in un studio accurato, completo e applicato a qualcosa di concreto. Per mettere a frutto tutta questa teoria, servivano ancora due cose, le donne autoctone del Sol Levante, che arrivarono certo, ma ometto volutamente il discorso, e finalmente la visita del paese. Appena arrivai a Tokyo, ripartì il giorno seguente per spingermi fino a Hokinawa e poi ancor più in giù, esattamente a Ishigaki. Entrambe sono due località di mare, dove però solo a Ishigaki ho fatto una vita balneare ad Hoc. Non sto qui a dire per filo e per segno tutto quello che è stato il mio programma di viaggio, comunque ho visitato diverse città importanti come, Tokyo ovviamente, Kyoto due volte, Osaka, Nagano, Kobe (dove pensavo di non riuscire più a tornare in ostello perché mi sono perso amaramente per le strade della città) Hiroshima e sono andato anche sul Monte Fuji. Mi piacerebbe andare in Hokkaido e vagare per le foreste innevate e paesaggi mozzafiato, non è detto che non ci vada e se mai ci andrò mi porterò dietro tutta la mia bella famigliola, così riempirò il mio cuore di altri meravigliosi ricordi, chissà...


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