venerdì 2 ottobre 2015

CON UN BUON CHIANTI E DUE PATATE VICINO.

A volte penso che in fondo non avrò mai la capacità di raggiungere i miei scopi artistici, perché non ho dietro lo studio, quello fondamentale, della teoria. Mi manca quel passaggio accademico importante e determinante che serve a scindere il dilettante dal professionista; sia nell'ambito musicale che in quello letterario. Perciò mi sento sempre un po' in difetto difronte a chi ha perseguito e terminato un discorso più completo rispetto al mio e quindi, quelli che reputo siano dei piccoli successi o anche solo dei progressi, non sono niente se paragonati a chi ha dedicato la sua vita nel vedere realizzati i propri sogni.
Suono e scrivo senza sosta, eppure, il mio limite si palesa più spesso di quanto non vorrei, me è inevitabile, in quanto credo di aver scoperto tutto ciò che ho potuto da solo, da qui in poi, avrei bisogno che qualcuno mi insegnasse cose che non conosco o che non sono in grado di fare. Certo, potrei anche mettermi d'impegno, impiegando tutto me stesso nel frequentare una scuola o un'accademia, però è troppo tardi, cioè avrei dovuto farlo quando avevo il tempo ora posso soltanto leccarmi le ferite di una mezza sconfitta. Identifico tale sentimento con una sola parola: rimpianto.
Si dice meglio avere rimorsi che non rimpianti, ebbene, ora di rimorsi non me ne vengono in mente e tra l'altro, non credo sarei felice di averne, ma il mio rimpianto più grande è proprio quello di non indirizzato il mio tempo verso i miei sogni, di conseguenza, devo prendere tutto ciò che deriva dalla mia mancanza di disciplina e mi mangio il fegato.
Buon appetito.


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