lunedì 11 aprile 2016

IL TELEFONO DI UNA VOLTA, ERA LA TUA VOCE

Quando non esistevano i telefoni cellulari la vita era più semplice, non si avvertiva il bisogno di comunicare con chicchessia a qualsiasi ora del giorno e della notte. Se squillava il telefono fisso di casa, il più delle volte avveniva per una comunicazione urgente, eventualmente se chiamava una persona che non si sentiva da tempo, voleva dire che per davvero non lo si sentiva da un bel po'. Le comunicazioni poi erano abbastanza brevi, specialmente qualora si chiamasse dal telefono pubblico con il gettone, poi con le monete e in fine con le tessere telefoniche poiché un tempo parlare costava parecchio, per questo si cerva di tenere le bollette il più basso possibile con il telefono fisso e spendere poco dalle cabine.
Nonostante tutto però, c'erano dei pionieri della bolletta salata e molti di questi erano miei amici. Sapevo di persone che ricevevano dei conti stratosferici del tipo che superavano il milione di lire e non ho mai potuto concepire una cosa del genere come una realtà. Avevo un amico che chiamava da fuori Milano, anzi, addirittura da un'altra provincia e per questo effettuava ogni volta delle interurbane, che tradotto con il linguaggio di oggi vuol dire: essere spellati vivi dalla Telecom. (allora si chiamava Sip)
Ma spesso mi chiamavano anche delle amiche con le quali restavo delle ore al telefono. Mi ricordo di una ragazza con la quale ebbi dei trascorsi amorosi, che ogni sera mi chiamava alla stessa ora e parlava, parlava e parlava, senza smettere mai. Io che all'epoca avevo il telefono con la ghiera attaccato al muro, rimanevo in piedi come un...palo del telefono. I miei genitori, dopo che il tempo trascorso alla cornetta arrivava ai record nazionali, mi facevano segno di tagliare, pur non avendo effettuato personalmente la chiamata. Poi quando riagganciavo, mio padre mi faceva sempre la stessa domanda:
"Ma 'sta ragazza, quanto paga di telefono?"
Lei era una di quelle che sfiorava o superava il milione.
Ho ricevuto telefonate anche da ragazze che personalmente non conoscevo, o per lo meno, alle quali non avevo dato il mio numero di casa in maniera diretta, però c'erano le rubriche telefoniche e bastava poco per ricevere una chiamata da sconosciuti. In questi casi chi apriva le danze era l'amica di colei che aveva degli interessi a me indirizzati e nel mio piccolo, ne ho ricevute abbastanza da poter ricordare queste chiamate con un sorriso quasi malinconico. ma solo per la modalità con la quale avvenivano certe dinamiche.
Anch'io ogni tanto chiamavo delle ragazze e ogni volta avevo il cuore in gola, perché non si poteva sapere chi delle persone presenti in quella casa andasse a rispondere. C'era sempre un po' di timore in queste occasioni e non mancava il riaggancio immediato nel momento in cui si sentiva una voce da adulto. Io ho sempre avuto un pessimo rapporto con il telefono per cui i miei tentativi erano brevi e sporadici, poi con l'angoscia della bolletta alta mi limitavo allo stretto necessario e chiamavo solo qualora casa mia fosse libera da orecchie indiscrete.
E' stata anche l'epoca degli scherzi telefonici, e chi non li ha fatti in passato? Io li facevo con una mia cugina di nascosto; bastava sparare dei numeri a caso (senza il prefisso perché sennò guai) e il gioco era fatto. Si potevano fare pernacchie, illudere qualcuno con la vincita di premi esorbitanti, arrivare a comunicare la morte di un parente o spacciarsi per un parente, tanto non si poteva venire scoperti, a meno che non si chiamasse qualcuno con degli apparecchi all'avanguardia che possedevano "l'indovino".
Qualche mese fa ho comprato dopo un sacco di tempo il telefono di casa . I miei figli hanno fatto fatica a capire che ruolo avesse quell'aggeggio, che non era un cellulare anche se poteva sembrare, dentro le nostre quattro mura, pur avendo già due telefonini. Francamente anche a me è sembrato superfluo, però mia moglie si sente più sicura ad averlo e poi l'abbiamo compreso con la bolletta di Fastweb. Allora noi gli abbiamo raccontato che una volta nelle case della gente c'era sempre un telefono fisso dove poter far recapitare delle comunicazioni a qualche componente della famiglia a cui si voleva indirizzare una chiamata. Le conversazioni erano del tipo:
"Pronto casa... mi potrebbe passare...?" oppure "Pronto qui casa... chi parla?
I tempi sono cambiati rapidamente, soprattutto per quel che riguarda le telecomunicazioni, io poi che ci lavoro in questo campo so di cosa si tratta. Oggi si parla di continuo con il cellulare, con le webcam, attraverso i messaggi di whatsapp, con le mail e secondo me, fra qualche anno non ci sarà più bisogno degli smartphone (per dire cose il più delle volte inutili), non ho idea di cosa si possano inventare ma la novità rivoluzionaria è qui dietro l'angolo.
Siamo diventati così abili a maneggiare certi strumenti che persino i bambini trovano facile replicare i gesti degli adulti, come scorrere lo schermo, mandare i messaggi vocali, o scriverli e andare su YouTube. Basti pensare che la migliore amica del piccolino della mia famiglia è la Siri, ossia, la voce guida dell'iPhone ed è una cosa buffa ed inquietante allo stesso tempo.
Va bè riaggancio.




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