sabato 9 aprile 2016

SEEK AND DESTROY

Da bambino avevo un sogno piuttosto malsano, mi sorgeva dentro non appena mi avvicinavo ad un negozio che vendeva bicchieri di cristallo, statuette di ceramica, servizi curatissimi di porcellana e oggetti in vetro dei più disparati. Mi sono chiesto come potesse fare affari un negozio del genere a Rozzano, mia mamma ogni tanto ci andava per comprare dei regali, però non l'ho mai visto pieno; forse perché il luogo era decisamente delicato e quindi era meglio per tutti se ci entravano poche persone alla volta, o forse perché alcuni prezzi erano davvero proibitivi, comunque questo raffinato esercizio è durato un bel po' di anni nonostante tutto.
Quelle volte in cui sono entrato, con le mille raccomandazioni di mia madre a non fare danni, avrei voluto tenere tra le mani una mazza da baseball e distruggere tutto. Mi sarei divertito a fracassare tutte quelle centinaia di statuette fragilissime, i servizi di bicchieri e piatti sempre esposti in bella mostra, avrei rovesciato i tavolini, fatto in mille pezzi i lampadari appesi, mi sarebbe piaciuto piegare ad uno ad uno, tutte le posate d'argento che tenevano nel bancone di vetro, per dirlo in poche parole avrei pagato un occhio della testa per ridurre in frantumi quel delicatissimo negozio. Se fossi stato ricco sfondato l'avrei proposto ai negozianti, cioè gli avrei dato un mucchio di soldi per soddisfare questo sfizio distruttivo, non l'avrei fatto così a sfregio, il sogno comprendeva anche il risarcimento in contati di ogni oggetto rotto; certo, sennò non avrei ottenuto alcun piacere. L'attrezzo che avrei usato, non poteva essere nient'altro che una mazza da baseball, come già detto, poiché nel mio immaginario la mazza rappresentava l'oggetto con il quale si poteva dare libero sfogo alla follia.
Ahimè non ero ricco prima e non lo sono nemmeno ora, per cui sono rimasto con la voglia di devastare quel negozio, che ormai ha chiuso i battenti, o uno di quel genere, così facendo mi sarei liberato di tutte le frustrazioni covate dentro (ammesso che ne abbia mai avute a quel tempo, o che ne abbia tuttora)  e comunque la soddisfazione sarebbe stata impareggiabile.
Ho letto di alcuni posti, tipo delle onlus o giù di lì, dove vengono organizzate serate in cui è possibile rompere dei vecchi mobili, proprio per esternare la rabbia repressa, ma non è la stessa cosa, almeno per quel che mi riguarda, io voglio un bel negozio con tanti e tanti vetri.


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