mercoledì 13 aprile 2016

ERAVAMO RAGAZZI

Era il 26 giugno il giorno del mio compleanno per celebrare i 22 anni, o forse 23, non ricordo esattamente quello che accadde quel giorno perché, da quando il mio migliore amico mi disse: "Andiamo a festeggiare" ciò che ricordo sono sprazzi di avvenimenti accaduti un po' per caso.
L'occasione non poteva essere più favorevole, credo fosse un sabato e io non ero di turno al pub sui navigli, il mio amico chiuse Zabriskie verso le 12.00 e partimmo per una destinazione qualunque, l'unico obiettivo era lo sballo più totale.
La prima tappa fu Lignano Sabbiadoro, almeno credo, ho davvero un buco spazio-temporale che non mi permette di avere dei ricordi chiari. Comunque per giungere a destinazione, impiegammo il tempo necessario per arrivare completamente strafatti. Forse restammo lì, le ore giuste per fare il pieno d'alcol e vedere un po' la situazione. Giungemmo alla conclusione che quell'atmosfera non faceva per noi. Riprendemmo la macchina e ci dirigemmo verso la costa opposta, andammo in Liguria e più precisamente ad Alassio; sono sicuro di aver fatto baldoria nella cittadina ligure dei vip negli anni '80, ma non molto per quella precedente, cioè, mi ricordo di aver fatto un sacco di strada in auto e di essere finito in zone mai esplorate prima, eppure mi sfugge il luogo precedente; fatto sta, che appena arrivati andammo a bere come delle spugne nel budello, ossia, la via lunga e stretta che percorre tutto il centro della ridente città così pieno di pub e negozi di moda. Ovviamente ci recammo in un pub e da lì ci decidemmo che una serata in discoteca non poteva togliercela nessuno. Devo fare un inciso, sia io che il mio amico, siamo mai stati dei frequentatori di discoteche, per cui, per poter tollerare quel tipo di ambiente, ci siamo scolati l'impossibile e fumato qualsiasi cosa potesse essere bruciata. La serata lì dentro l'ho completamente rimossa, tanto quanto il nome del locale, ho dei vaghi flash che non sono sicuro di poter attribuire proprio a quella sera. Mi ricordo però che uscimmo per andare a bere ancora e pieni com'eravamo, facemmo un vero e show alla maniera nostra, nel senso che eravamo un'accoppiata ben riuscita in fatto di divertimento, e grazie a questo talento, conoscemmo un mucchio di persone che si unirono a noi per bere e per fumare.
Arrivati alle prime luci del mattino seguente, andammo sul lungo mare e addormentammo sulle panchine pieni di ogni sostanza lecita e non. Il caldo torrido della spiaggia ci svegliò insieme ai bambini che ci guardavano esterrefatti con le mamma che li tiravano a sé per paura di una nostra possibile reazione. Ci svegliammo in malo modo, andammo a fare colazione nel primo bar a disposizione e poi ci affittammo un ombrellone e due lettini per finire di riposare in maniera più decente.
Il tuffo che feci per riprendere i sensi, per poco non mi uccideva. Ero talmente poco reattivo che nemmeno l'acqua gelida seppe svegliarmi a dovere, per fortuna che l'acqua era bassa e riuscì a tornare a sdraiarmi. Il mio amico non fece neppure lo sforzo di tuffarsi, perse completamente i sensi sul lettino e piombò in un sonno letargico, così pesante che al risvegliò si ritrovo ustionato a chiazze sul corpo e con i segni della mano aperta sul viso, la parte restante si abbronzò con la forma delle cinque dita. Riprendemmo più o meno le forze e ci rifocillammo a suon di birre e panini, mentre il caldo ci stava letteralmente ardendo vivi. Restammo in ammollo per rinfrescarci ma non avendo messo alcun tipo di crema protettiva, l'effetto di ustione sulla pelle arrivò poco dopo essere usciti dall'acqua. Verso sera riprendemmo l'auto per far ritorno a Milano, sfatti da far paura, ustionati, rimbambiti dalla lunga notte e dal poco sonno e nonostante tutto, il tragitto in autostrada lo percorremmo fumando ganja a non finire.
Mi sono divertito davvero parecchio quel giorno, peccato che il più delle cose fatte non me le ricordo assolutamente, però ero giovane e stupido. Oggi a distanza di una dozzina di anni posso dire di essere stato fortunato a non rimetterci le penne a causa della mia incoscienza.
Spero che il modo di divertirsi dei miei figli in futuro sarà molto più sano del mio a quei tempi, perché ci ha assistiti solo la fortuna e basta, insomma ci è andata bene e sono qui che posso raccontarlo.
Eravamo ragazzi certo, ma pazzoidi fino a non rendersene nemmeno conto.
Beata gioventù.

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