giovedì 7 aprile 2016

DOGGY "LIFE" STYLE

Il cane è il migliore amico dell'uomo, ma l'uomo con il cane non è il migliore amico di nessuno.
Mi spiego meglio:
E' ormai quasi un decennio che frequento assiduamente i giardinetti per i bambini, non perché sia una specie di nostalgico Peter Pan, ma perché avendo tre figli, i luoghi di svago a costo zero sono solo quelli lì. Non so per quale strano motivo, ma i giochi dei bambini vanno sempre di pari passo alle aree cani. Ok, d'accordo che di spazi a disposizione ce ne sono pochi e quando si crea un'area verde, questa la si possa dividere per il diverso bacino di utenza, per cui cani da una parte, bambini dall'altra. Eppure le cose nella stragrande maggioranza delle volte non seguono questo corso, nel senso che i bambini non vanno a giocare invadendo le aree cani e si può ben capire il motivo, ma al contrario, i cani sono legittimati ad andare ovunque persino negli spazi dedicati ai più piccoli; perché?
Mi sono accorto che sono più considerati e tutelati gli amici a quattro zampe che non i bimbi e questo lo trovo davvero assurdo. Il cane è un animale a cui si può concedere il lusso di fare quel che gli pare e piace, o meglio, i padroni dei cani fanno quel cavolo che vogliono con i loro animali, cioè: sporcano i marciapiedi con le loro deiezioni, innaffiano giardini, prati, angoli dei palazzi con le decine di urinate quotidiane, possono andare in giro senza guinzaglio e come dicevo prima, invadere gli spazi non pensati per loro. Al bambino invece è vietato tutto perché l'educazione dell'individuo parte per prima cosa da tutta una serie di divieti. I bambini non sporcano in giro poiché c'è un genitore sempre pronto a raccogliere o pulire qualora questi si lascino andare in libertà non socialmente accettate, ma allora perché i padroni dei cani non possono fare lo stesso?
Io ho avuto due cani nella mia vita a cui ho voluto molto bene, però ora a posteriori, mi accorgo di quanti errori commettevo senza pensare che questi sbagli potessero ledere la libertà di qualcun altro.
Da premettere che ho sempre raccolto tutto ciò che lasciavano per strada, specie con il secondo poiché vivevo in centro a Milano. Per quanto riguarda il primo beh; vivevo a Rozzano dove il verde si sprecava. Ma non posso giurare che la mia condotta nei confronti di chi non voleva saperne dei miei molossi, fosse ineccepibile. A dire il vero, ho sempre visto male chi non li amava, cioè li reputavo degli esseri senza cuore e privi di bontà. Per questo motivo mi arrogavo dei diritti che non mi spettavano, come per esempio: lasciare libertà totale nel vagare per i parchi ai miei cagnoni. Ma non è giusto.
Potevo mettere la mano sul fuoco per quel che riguardava l'incolumità verso gli altri, dato che i miei cani erano davvero docili e mansueti, però potevano involontariamente provocare dei danni a cose e persone, e questo era impensabile per me allora, anche se estremamente possibile.
Forse la questione generale verte proprio su questo fattore, ossia, che i padroni dei cani li pareggiano alla stregua dei figli, per cui sono affidabili al cento per cento, quindi non possono essere costretti al guinzaglio o alla museruola nei luoghi affollati; possono sporcare perché non si può fare diversamente; possono andare negli spazi dei bimbi, perché in fin dei conti anche i cani sono dei bambini. Però a fronte di tutto questo, non si può prendere troppo da loro perché sono animali.
Ehi, ehi, c'è qualcosa che non va. Così non si può andare avanti.
In Italia abbiamo la cattiva abitudine di fregarcene delle regole, a maggior ragione, se queste limitano la libertà di esseri viventi a cui siamo affezionati e che si possono considerare dei membri di famiglia.
Io adoro gli animali però se ci fosse più educazione da parte di chi li possiede, li apprezzerei ancor di più. Loro non hanno colpe, povere bestie; però se vengono considerati come dei figli, allora vanno educati e limitati esattamente come i figli carnali, sennò non ci sarà mai spazio per una sana convivenza insieme. Pensateci.


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