lunedì 20 giugno 2016

CASA AGRODOLCE CASA

Di rado faccio ritorno a Rozzano presso la casa dei mei genitori, non ci vado molto spesso data la lunga distanza che ci separa; è come intraprendere un viaggio interurbano, per ciò le incursioni nel mio luogo natio sono davvero limitate. Oggi è capitato di andarci con mio figlio, giusto per passare un po' il tempo e per far piacere ai nonni che si lamentano di vedere poco i miei figli in casa loro.
Non appena varco la soglia della porta d'ingresso mi suscita una sensazione un po' strana, mi sento combattuto da una lontana nostalgia mista ad un senso di inadeguatezza, per il semplice motivo che sono dieci anni nei quali la mia dimora è cambiata parecchie volte, ma sopratutto perché non ritrovo più quegli spazi creati nel corso degli anni passati. Non mi sento un ospite; quello no, però non mi sento come a casa mia, pur avendo trascorso in quelle mura il mio quarto di secolo. C'è da dire che i miei genitori hanno cambiato internamente la disposizione delle camere e l'arredamento, per cui, si può anche affermare di non riconoscere la casa come quella di un tempo. E' abbastanza normale visto che, sia io, che mio fratello, abbiamo levato le tende più o meno nello stesso periodo, ragione per il quale i miei genitori l'hanno modellata a loro piacimento e seguendo le loro esigenze di ora. Quindi c'è da aggiungere anche il cambiamento oltre alla separazione lunga di due lustri.
Mentre facevo giocare mio figlio con i miei vecchi giocattoli, ripensavo a quanto tempo trascorrevo per terra in quella che una volta era la mia cameretta, quante storie avevo inventato e quanto mi piaceva catapultarmi dentro quelle vicende fantastiche. Poi mi figlio mi ha chiesto i nomi dei personaggi preferiti, da quanto tempo ce li avevo e cosa inventavo mentre li usavo; beh in quell'istante mi è venuto in mente Andy di Toy Story, quando parla dei suoi balocchi alla bimba a cui li ha regalati, ovvero, un momento di tenera nostalgia.
Una volta fatto ritorno in casa mia, cioè quella attuale, mi sono sentito subito a mio agio, ho ripreso padronanza degli ambienti e mi sono immerso nella situazione familiare che più mi è consona, ossia, quella del papà.
Sono giunto alla conclusione che probabilmente non è facile per me, sentirmi un padre nella stessa casa in cui ero figlio, può essere, ma magari semplicemente, sto meglio a casa mia.

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