lunedì 29 maggio 2017

MA CHE TIPO DI AMICO SONO?

A distanza di una settimana esatta dall'addio al celibato del mio amico, mi sono posto alcune domande, una di queste è: che tipo di amico sono per i miei amici?
Purtroppo non avendo il dono di leggere nel pensiero della gente, il modo migliore per rispondere a questa fatidica domanda è cercare di vedermi con i loro occhi.
Faccio molto spesso un'autoanalisi per migliorarmi o solo perché sono un pazzo, che nel proprio essere perde se stesso come si perderebbe in un labirinto (qui la similitudine non è scelta a caso).
Se io fossi un mio amico cosa potrei dire di me?
Dunque: affabile e alla mano. Disponibile all'ascolto e altruista. Simpatico, buono e poco rancoroso. Per nulla irascibile e nemmeno permaloso. Puntuale, onesto e paziente.
Ok, ho fatto una sviolinata delle mie qualità, ma c'è qualcosa di più profondo che in qualche modo ha rotto un legame duraturo con alcuni dei miei amici di lunga data. In definitiva non è successo nulla di eclatante ma le cose non sono più come un tempo e devo capire che cos'è.
Se il rapporto di amicizia si è affievolito la colpa, se di colpa si tratta, sta nel mezzo per cui da ambo le parti qualcosa è cambiato. Dal mio punto di vista posso dire che non sento più la necessità di avere un amico, o forse non ne ho mai avuta.
Devo chiarire il concetto.
Nell'amicizia ho sempre creduto poco, ovvero, non l'ho mai elevato a sentimento così aulico come viene descritto in maniera romantica da un sacco di gente; nel senso, non posso credere che due o più individui, restino amici veri in eterno perché l'amicizia segue delle onde, delle rotte imprevedibili e ogni tanto le strade percorrono un tragitto diverso da quello conosciuto. Gli avvenimenti, gli impegni, la vita individuale porta inevitabilmente a certi traguardi, che consegue tutta una serie di scelte dove alla fine si arriva col perdere di vista quello che è stato un fidato compagno di viaggio.
Nell'amicizia c'è molto opportunismo e volubilità e per mantenere saldo un legame ci vuole impegno. L'impegno però arriva meno quando a consolidare un rapporto non c'è un desiderio fisico ed è qui che differenzia l'amicizia dall'amore. La volontà di stare con la persona amata piuttosto che con un amico passa proprio da questa differenza sostanziale, ossia: l'unione di due corpi.
Tra l'amore e l'amicizia non c'è competizione, a vincere sarà sempre l'amore poiché oltre a tanti sentimenti simili tra i due elementi, nell'amore c'è il desiderio, la voglia di possedere il corpo dell'amata o dell'amato. La persona che si ama può tranquillamente essere anche amica, ma non è vero il contrario poiché sarebbe amore e non amicizia.
Passando da questo presupposto, posso capire che nel rapporto con i miei amici non  ho messo molto impegno a renderlo saldo, anche dopo aver conosciuto l'amore della mia vita. Ho sempre privilegiato la mia famiglia e quelli che erano i miei amici di un tempo devono averlo capito per cui, le cose sono necessariamente mutate fino a diventare un rapporto di mera nostalgia ed a unire quel legame che c'è stato in passato è il ricordo stesso dell'amicizia.
Mia moglie oltre ad essere la mia compagna di vita è anche la mia migliore amica, forse questo ha influito con i rapporti con i miei amici. Però, oltre a questa inconfutabile verità, devo anche aggiungere che probabilmente le amicizie del tempo che fu, non sono state poi così profonde come credevo, anzi, a dirla tutta erano un po' superficiali e non nego che un po' mi rattrista.
Non nell'immediato perché come ho appena detto, ora ho ottenuto l'amicizia di una persona splendida con la quale condivido tutte le mie giornate, ma sento un po' l'amarezza di un ricordo che credevo fosse diverso e invece si è manifestato per ciò che è; ossia: un ricordo di un'esperienza passata e basta, cioè nulla che scendesse più in profondità di un'amicizia adolescenziale (con tutto ciò che comporta essere amici e adolescenti).
Il fatto di non credere così tanto nell'amicizia ha inciso ovviamente nel rapporto con i miei amici, ma questo non vuol dire che non sono stato un buon amico per qualcuno e certamente lo sarei anche per qualcun altro in futuro, l'unica premessa che farei è che il mio ipotetico amico non potrebbe mai sostituire nessuno dei miei amori più grandi, soprattutto ora che i miei figli hanno ancora voglia e bisogno di stare con me e che mia moglie mi ama ancora.
Magari quando raggiungerò una certa età, allora forse sentirei il bisogno di un amico, ma se va di questo passo, credo di non trovarne molti fuori la soglia ad attendermi.
Pazienza, mi consolerò diversamente. C'è anche la possibilità che non ne senta il bisogno e allora vorrà dire che starò vivendo la mia vita in maniera perfetta con la persona che amo e che ho continuato ad amare, il che mi renderebbe molo più soddisfatto che non avere un amico.
Ora, se qualcuno dei miei amici leggesse questo post, potrebbero interpretarlo male ma non è così, io credo che nelle mie amicizie di un tempo di aver messo molta verità e tanta devozione, però a ben vedere mi è tornato indietro poco di quel che ho seminato e ciò consolida l'idea che ho dell'amicizia, ovvero che c'è finché si può ottenere un ritorno, non si può essere amici senza avere qualcosa in cambio e una di queste cose può essere solo passare delle ore spensierate, mica per forza qualcosa di truffaldino.
Concludendo posso affermare che: sono stato un amico sincero, ma ora sono un padre e un marito devoto che non ha più molto tempo, volontà, necessità di coltivare nuovamente un'amicizia. Prendo quelle che ho per quelle che sono; un nostalgico stare insieme.










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