lunedì 15 maggio 2017

MUSICISTI VS. MUSICOLOGI

La musica è sicuramente la mia più grande passione e per questo motivo cerco di onorarla ogni giorno. Ascolto musica sempre e quando non lo faccio mi sento scomodo, come avessi qualcosa fuori posto come una maglietta messa al contrario o un calzino scivolato dentro la scarpa.
Il vero modo di celebrare la musica è suonarla, poiché un vero appassionato non può solo ascoltarla ma deve in qualche modo produrla, farla propria, esprimere ciò che sente attraverso l'uso di uno strumento; almeno, questo è quel che credo.
In passato ho conosciuto dei veri intenditori di musica ma che non hanno mai provato a suonare alcuno strumento, il che li rende credibili fino ad un certo punto perché se non si suona per davvero è difficile capire esattamente cosa esprime il suono di uno strumento, che cosa si crea nel momento in cui si decide di far nascere una canzone, quel che si prova a essere parte integrante del suono. E' un po' come se costoro fossero dei filosofi che hanno interiorizzato delle nozioni importantissime ma che non si siano mai messi alla prova con una conferenza filosofica; oppure è come se fossero degli istruttori di guida ma che non abbiano mai afferrato un volante; per dirlo nel linguaggio musicale: stona un po'.
Comunque, ne ho conosciuti alcuni e uno di questi è stato un mio vecchio amico con il quale ho iniziato a mettere le basi della mia cultura musicale. Io ho proseguito con lo studio della batteria, lui ha scelto di continuare ad essere un ascoltatore e per quel che ne so, ora lavora in radio.
Per cercare di ampliare la mia personale cultura musicale ascolto veramente di tutto (anche se ciò che preferisco è il rock) eppure, mi sento come se non fossi del tutto preparato. Ci sono decine di centinaia di gruppi famosi che ancora non conosco, oppure altre migliaia che non ho idea di chi siano, compositori di cui conosco solo di nome ma che non riuscirei a indovinare nulla della loro produzione se ne ascoltassi un'opera. Per farla breve posso dire che: la musica è talmente vasta e differenziata che è impossible conoscerla tutta.
Negli anni sono stato appassionato di certi generi che poi ho lasciato per abbracciarne degli altri, ho ascoltato il metal, il rap, il punk, il grunge, l'hardcore, il reggae, il rock e non trascurando mai del tutto il pop. Così facendo ho creduto che fosse il modo migliore per avere una grossa infarinatura generale, senza perdere di vista nulla. E nonostante la mia dedizione nell'ascolto globale, mi sento sempre molto impreparato quando parlo con i miei amici di musica.
Quando si tocca l'argomento musica a volte sento nominare delle band che non ho idea di chi siano e magari hanno pubblicato almeno un paio di dischi. Molto spesso si prova un enorme piacere nel conoscere dei gruppi spariti dalla storia o quelli che ancora non sono diventati famosi a livello internazionale. Non c'è niente da fare, la musica è una mania.
Quante volte mi sono sentito dire: "Ma te che sei un musicista, come fai a non conoscere..." (questa frase solitamente viene detta da chi non suona) e allora vado in crisi perché posso sembra un ciarlatano. L'idea che molto spesso hanno i musicologi dei musicisti è che debbano sapere ogni cosa prodotta, altrimenti non possono considerarsi tali. Perché è permesso ad un musicologo di non essere un musicista, ma è vietato per un musicista non essere anche un musicologo.
L'altro giorno ho sentito a Virgin Radio, una dichiarazione di Lars Ulrich che ha detto: "Ho scoperto più gruppi e cantanti in questi sei mesi che negli ultimi dieci anni. (Il batterista dei Metallica ha preso parte ad un progetto radiofonico per beneficenza, se non ricordo male) Oh, e se lo dice lui che suona da quasi quarant'anni posso sentirmi sollevato.
A volte mi sono appassionato a band/cantanti che non hanno avuto un grande riscontro o per lo meno, non in certe cerchie di persone che sanno vita morte e miracoli di un solo genere e per questo si sentono giustificati a non saper nulla di più.
Io invece ho sempre pensato che fossilizzarsi su un solo genere fosse limitante e per questo ho voluto conoscere anche tutto ciò che è reperibile nel panorama musicale.
A volte penso di avere una preparazione prettamente commerciale e non così dotta rispetto ad altri che potrebbero tenere conversazioni di ore parlando di un solo gruppo. Però poi rifletto e mi dico che
l'importante alla fine è sentire le musica che più mi piace e che mi renda felice, perché in fondo ognuno di noi apprezza quel che vuole e trova nella musica sempre qualcosa di bello.






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