martedì 30 maggio 2017

MA CHE TIPO DI FIGLIO SONO?

La mia condizione di figlio è cambiata da dieci anni a questa parte, ovvero, da quando sono diventato a mia volta papà. L'essere un genitore e allo stesso tempo un figlio, condiziona inevitabilmente il rapporto con la propria famiglia d'origine ed io non faccio eccezione a questa nuova formula di interazione. Quando incontro i miei genitori sento che qualcosa è mutato tra di noi, io non sono più semplicemente il loro figlio sono anche il padre dei loro nipoti per cui ci rapportiamo in maniera paritaria perché entrambi ricopriamo un ruolo genitoriale. Non saprei dire se mia madre e mio padre mi vedono solo come loro figlio, penso proprio di no, e in effetti non mi trattano più come una volta, anzi, posso asserire che il rapporto si è un po' raffreddato ma in maniera naturale, adulta, cioè senza che siano avvenuti avvenimenti che abbiano incrinato il nostro rapporto, semplicemente ha seguito il corso naturale delle cose perciò viviamo prendendo coscienza di questo cambiamento. Anche non vivere sotto lo stesso tetto da più di dieci anni ha influito nella modifica delle nostre abitudini e per quanto mi senta sempre ben accetto a casa dei miei, le volte che ci vado non la sento più come la casa che mia ha visto crescere. Ok, forse non sono un ospite ma poco ci manca.
Da piccolo vivere secondo le regole che i miei genitori mi davano era una condizione inevitabile e non pensavo neppure che potessi vivere in altro modo, ovvero,  quella era la mia casa, quelli erano i miei genitori e basta, non c'erano altre soluzioni e neppure mi veniva in mente di cercarne altre; era un dato di fatto, una certezza e sulla base di quelle certezze ho potuto mettere le basi per crearmi una mia strada. Quando poi sono cresciuto un po' di più rispetto alla fanciullezza, dentro di me ho sentito muovere qualcosa che mi dovesse far allontanare per forza dal tetto domestico, come se l'istinto di andare via mi cercasse per esplorare nuove vie, nuove avventure che però fossero soltanto mie e non dovessi condividere le mie scoperte con nessuno. Il mio desiderio più grande era quello di partire per il mondo e viaggiare da solo. Il mio concetto di solitudine era legato ad un viaggio in solitaria immerso in avventure prodigiose, fatto di spostamenti fortuiti ed incontri memorabili. La verità è che poi sono rimato a casa dei miei fino a venticinque anni e di avventure ne ho anche fatte, però poi sono tornato sempre all'ovile.
Questa lunga premessa mi serve per arrivare a ciò che sono oggi, ma che ancora non capisco bene a quale tipologia di figlio possa appartenere. Sono legato ai miei genitori, ma nonostante questo li sento poco e li vedo ancora meno, sarà perché ho una vita piena di impegni e il dover stabilire un giorno per incontrarli non è poi così semplice e neppure immediato. Con mia mamma c'è uno scambio di messaggi e ogni tanto una telefonata ma non c'è quel rapporto così stretto come può avere mio fratello con lei e con mio papà. Io sono sempre stato considerato come il membro della famiglia più ribelle, non tanto nelle azioni, quanto nelle scelte che ho fatto durante questi anni. Sono cresciuto in un modo completamente differente da ciò che mi hanno insegnato e ho sviluppato una particolare linea di principi che molto spesso non hanno coinciso con i loro. Sì, in effetti si può dire che io sia stata la loro pecora nera, ma poi in verità ho sempre ricevuto tutto l'amore possibile.
I miei genitori forse lamentano un isolamento da quella che è la famiglia che comprende anche nonna, zii, cugini e quant'altro ma non ho mai avuto una grande affinità con i parenti; per non parlare poi del mio ateismo e l'astensione a partecipare a qualsiasi festività, ecco mi ha sicuramente messo in una condizione non favorevole agli occhi del parentado. Pazienza, io ho sempre vissuto secondo i miei principi e mi spiace se non vengano condivisi, ma purtroppo questa è la mia realtà.
Per capire in che maniera vivono questa condizione i miei genitori, devo necessariamente entrare in una sorta di empatia con loro, ma fecondo questo tipo di esempio: se uno dei miei figli venisse su esattamente come me, come mi comporterei? L'amerei per quello che è, senza che le mie opinioni possano in alcun modo cambiare le sue idee e la sua concezione della vita.
In effetti è proprio come hanno fatto i miei genitori.



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