mercoledì 16 luglio 2014

COME GESTIRE UN LUTTO?

Ieri notte di ritorno da lavoro ho visto una scena del tutto normale, non troppo pericolosa, ma neanche così sicura. Ho visto una famiglia in bicicletta, padre con un figlio seduto sul seggiolino dietro, seguito da un altro con una bicicletta propria. Il padre redarguiva il piccolo che pedalava dietro, sull'attenzione da porre in strada. Io li ho seguiti per un pezzo, dato che la strada era la stessa ed ho immaginato, chiaramente la sciagura imminente. Mi sono chiesto in che modo si può superare la morte di un figlio? Questo pensiero mi ha tenuto "compagnia" per tutto il tragitto fino ad arrivare sotto la doccia di casa. A tal proposito, ho conosciuto una coppia che ha vissuto sulla propria pelle una tragedia senza fine. Il primo parto che ha avuto la madre della coppia in questione, è stato di tipo gemellare e alla nascita uno dei due era già morto. La seconda volta che questa donna ha tentato un'altra gravidanza è arrivata quasi alla fine ma il bambino si è strozzato con il cordone ombelicale. La terza volta che è rimasta incinta è riuscita a portare a termine la gravidanza, il bambino è nato senza problemi, ma il primogenito quello nato dal parto gemellare, è stato investito l'anno scorso da una macchina all'uscita di scuola. Ora credo che questa sia davvero la peggiore delle cose che possa capitare a dei genitori, non potrei immaginare nulla di peggio, eppure sono costretti ad andare avanti poiché l'ultimo nato ha il diritto di vivere nonostante le atrocità che la vita ha inflitto alla coppia. Da fonti che hanno una specie di contatto con questi due sfortunatissimi genitori, mi hanno detto che i vari lutti subiti e soprattutto l'ultimo del bambino che aveva credo 5 anni, l'abbiano superato affidandosi alla religione. Non posso criticare la loro scelta, se quello è per loro un rimedio necessario alla sopravvivenza, nessuno ha il diritto di criticare la loro scelta. Fosse capitato a me, credo che avrei odiato con ogni fibra del mio essere la religione e tutto il corollario intorno più di quanto già faccio di mio, per questo mi chiedo come si faccia a superare un lutto di un figlio o meglio, come farei io. Spero di non venirlo mai a scoprire, confidando nel corso naturale delle cose e quindi arrivare alla fine dei miei giorni con l'animo in pace, sapendo che tutto sia al posto giusto.
Poi ho fatto un altro pensiero però, mi sono detto che noi genitori iniziamo davvero a vivere nel momento in cui ci assumiamo il ruolo genitoriale. Siamo responsabili di ogni azione e di ogni respiro compiuto dal proprio figlio e fin qui, non c'è alcun dubbio a riguardo. Mi sono detto che anche i figli sono caricati all'inverosimile di una responsabilità anzi di un onere, che un ragazzo/a non dovrebbe avere su di sé, ovvero quello di far vivere i genitori senza la paura di perderli da un momento all'altro come durante un viaggio, una serata goliardica o semplicemente vivendo la vita quotidiana. Come dicevo sempre alla mia psicologa, ho paura di vivere in balia delle incognite della vita ma non si potrebbe fare altrimenti e quindi? Vivere e sperare di star meglio.


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