martedì 15 luglio 2014

E UN ALTRO SE NE VA (BUON PER LUI)

L'altro giorno tra il lusco ed il brusco un mio collega mi dice:
"Oh ma sai che G. se ne va!"
"Nooo.." Dico io.
"Eh già l'hanno saputo oggi, andrà via a fine mese."
"Ma dai, beato lui." Dico sempre io.
Quando un collega se ne va ci sono tre sentimenti che serpeggiano tra chi resta:
1- La felicità.
2- Il dispiacere.
3-L'invidia.
1- Si è felici per chi cambia il lavoro, in quanto si spera che possa avere una vita migliore, nell'ambito del lavoro. Ci si congratula con lui/lei, augurando che possa trovare il meglio, perché il meglio è ciò che merita.
2- Quando si è a contatto giorno e notte con i colleghi, si arriva ad instaurare un certo tipo di rapporto che non si può definire amicizia vera e propria, però insomma in qualche modo si avvicina. Sapere poi, di non rivedere il collega, è chiaro che all'inizio dispiace, penso sia naturale.
3- Venire a conoscenza dell'abbandono del posto di lavoro da parte di un collega, fa suscitare quel sano sentimento chiamato invidia a chi rimane sempre nello stesso. Chi resta ha una specie di sensazione da ergastolano, nel senso che si vede finire la propria vita all'interno dello stesso posto di lavoro, consumato sulla stessa sedia e oscurata quella finestrella sulle possibilità lavorative a cui non può accedere perché intrappolato o poco preparato per un altro tipo di mansione, potremmo anche metterci poco fortunato.
Nel caso specifico di questo collega che ci lascia, sinceramente mi dispiace perché lo sempre considerato un personaggio valido, intelligente e simpatico. Non credevo che sarebbe rimasto qui in eterno, ma non mi aspettavo neanche che se ne andasse così in fretta. Però sono anche felice per il collega in questione, conoscendo il suo trascorso è giusto che abbia cambiato per qualcosa inerente a quanto ha studiato. Non nascondo nemmeno che sono decisamente invidioso!!!!! Mi sento il Provenzano della situazione dannazione. Ma sono positivo, arriverà anche il mio momento, arriverà prima o poi.


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