sabato 7 febbraio 2015

CHI VISSE SPERANDO MORIR NON SI PUO' DIRE

Quante speranze ho riversato sul mio secondo libro! Quanti sogni si porta dietro quel famigerato manoscritto e quante fantasie si alimentano dentro la testa di chi l'ha creato! Eppure, per quanto mi sia prodigato nel comporlo e nel sognarci sopra tutte le notti, non sono ancora riuscito a pubblicarlo. Ovvero, mi sono imbarcato in un self pubblishing diverso da quello che ho usato per il primo, credendo che fosse la stessa solfa, ma migliorata, o per lo meno aggiornata; invece, una volta fatto il lungo inserimento e dopo tutta una serie di peripezie, mi accorgo, che avrei dovuto far stampare diverse copie e poi acquistarle di tasca mia. Niente di diverso da tutte quelle aziende che millantano una pubblicazione, ma di fatto, chi pubblica realmente il libro, sono i poveri illusi come me. Mi chiedo per quale motivo, sia così inaccessibile per i comuni mortali pubblicare qualcosa? Il secondo quesito e questo: come fanno gli scrittori emergenti ad emergere?
E' abbastanza avvilente, frustrante, deprimente; essere impossibilitato, sarebbe meglio dire, osteggiato, dalle grandi e piccole case editrici a mettere in commercio un prodotto cartaceo. Non pretendo che quello che ho scritto venga venduto in tutto il mondo, ma perlomeno, che sia possibile uno spiraglio dal quale si possa affacciare agevolmente. Invece no, sembra che sia uno spazio destinato solo a pochi eletti, nonostante ci siano in libreria autori non sempre meritevoli.
Avevo letto da qualche parte, che in Italia ogni anno vengono pubblicati diversi migliaia di libri, intorno ai 14.000; in questo enorme calderone sono compresi tutti i tipi di letture, da quelle di settore, ai romanzi, e comunque quelli che potrebbero essere pubblicati, restano dove stanno, cioè nel cassetto.
Forse il mio sogno, rimarrà tale per sempre, nel frattempo che si avveri, continuerò ascrivere manoscritti nuovi, non si sa mai...


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