lunedì 8 dicembre 2014

CANTANDO SOTTO LA LANA

In passato ho sentito spesso nominare Lana Del Rey, e francamente non sapevo chi fosse. Ho cercato su internet alcune informazioni sul suo conto ed ho trovato, prima di tutto, un milione di foto che la ritraevano in tutto il suo splendore. Da lì ho compreso che fosse una modella. Però poi, ho saputo anche del suo primo album e l'ho volutamente snobbato, credendo fosse l'ennesima top model, che ad un certo punto della sua carriera, si è messa a fare musica, poiché annoiata dal mondo del fashion. Erroneamente pensavo cantasse canzoni pop, stile Rihanna, Taylor Swift, Iggy Azalea e tutte le altre. Ok, mi sbagliavo e parecchio! Una notte, in ufficio, in preda alla scrittura, ho sentito la necessità di qualcosa di nuovo da ascoltare. Ho azzardato Ultraviolence della bella Lana e mi sono ricreduto immediatamente. E' un album intenso, melodico, quasi psichedelico da divenire ipnotico. Mi è piaciuto nonostante non sia, ciò che di solito ascolto. L'ho trovato sorprendente ed era proprio quello che mi serviva quella notte.
Il suo stile richiama molto le atmosfere dei primi anni '70 e devo dire che le sta a pennello. La vedrei bene anche in sequel di Austin Powers, come la bella malmostosa ma al tempo stesso molto pericolosa. La sua musica è così, accattivante, sensuale eppure, decisamente nociva, come un LSD preso all'improvviso.
Adesso, in questo momento, sono nella medesima situazione sopra descritta, e per assecondare le mie voglie da ascoltatore notturno, ho bisogno di qualcosa di profondo, ed intimo, per questo motivo sto ascoltando lei.
Sono sempre stato allergico alla lana, ma questa ha su di me, un altro tipo di reazione.


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