lunedì 22 febbraio 2016

QUELLA VICINA TIPO SEXY COMEDY '70

Quando vivevo a Rozzano con i miei, avevo come vicini di casa una famiglia di 3 persone, molto simpatica e cordiale. Mi ricordo di essere stato coccolato da loro alla stregua di un nipote; poiché mi avevano visto nascere era da considerarsi del tutto naturale tale affezione e per questo, credo siano stati parecchio d'aiuto anche a mia madre che spesso era a casa da sola con me e mio fratello.
Marito e moglie erano un po' in là con gli anni, cioè, ai miei occhi apparivano così, però mi madre mi disse che l'unico figlio dei vicini era quasi suo coetaneo, all'epoca entrambi non arrivavano a trent'anni, per cui non dovevano essere poi così anziani, ma a me sembravano comunque dei nonni.
Come ogni copione che si rispetti, un giorno la coppia dei genitori del mio vicino gli lasciano l'appartamento per andare a vivere in campagna e lui si stabilisce lì con la sua fidanzata che sarà poi sua moglie. Vi rimangono per almeno una decina di anni, dopodiché si trasferiscono anche loro 3 in una zona che francamente ignoro.
Mi ricordo di aver conosciuto per la prima volta la ragazza del mio vicino, una sera in cui miei genitori mi lasciarono a casa sua per qualche ora. In quell'occasione lei mi rivolse la parola, ovviamente per salutarmi, ma io ero talmente intimidito che non riuscii ad alzare lo sguardo dal libro che stavo leggendo. Oggettivamente non posso dire che fosse una dea scesa in terra, era una ragazza carina certo, però il mio imbarazzo non era dato dal suo aspetto grazioso, ma in quel momento indossavo un pigiama talmente orribile che mi vergognavo a farmi vedere da lei in quelle condizioni.
Col passare del tempo quando divenne la mia vicina de facto, entrai più in confidenza con lei, passavo molto tempo a casa sua e non era così difficile sapermi nel suo soggiorno a guardare un film o a giocare a qualche gioco in scatola mentre facevamo merenda. Quando tornavo da scuola, si assicurava di vedermi rientrare e con la scusa di portare giù il cane, chiacchieravamo della mia giornata scolastica appena conclusa per poi risalire insieme prendendo l'ascensore. Non mi ricordo di aver mai pranzato a casa sua, però era sempre pronta ad offrirci qualcosa di buono.
A Natale ci siamo scambiati i regali con una certa regolarità e non tardava a presentarsi con un regalino anche per i miei compleanni e quelli di mio fratello. Per dirla in breve era davvero un'ottima vicina di casa.
Crescendo, questa affinità divenne per me una specie di infatuazione affettiva, ma essendo un bambino era del tutto platonica, poi però quando ho maturato le prime curiosità verso l'universo femminile, il mio sguardo su di lei cambiò. Non la guardavo più con occhi innocenti, bensì, la sbirciavo dallo spioncino della porta quando puliva il suo zerbino con l'aspirapolvere. Facevo questo per scorgere un po' di seno che spuntava dalla sua camicetta che indossava spesso senza reggiseno. Tra l'altro sapevo della sua abitudine a girare in casa in topless d'estate, poiché qualche volta aveva fatto delle rapidi incursioni sul balcone soltanto con le mutandine. Una volta, ossia una giornata di caldo torrido, mi armai di bastone e di specchietto per poterla guardare nella sua intimità e ovviamente trovai: tutta la sua intimità. Mi ricordo perfettamente quel giorno e come mi sentii, avevo il cuore che impazziva dal terrore di essere scoperto ma anche dall'eccitazione per quel che stavo vedendo e non potevo credere ai miei occhi. Quando poi glielo dissi a mio fratello, lui morì dall'invidia per aver visto, colei che era l'impersonificazione per entrambi di un sogno erotico. Fino a quel momento potevo sapere certe cose solo grazie alle commedie sexy degli anni '70, ma mai mi sarei sognato di vederle a pochi metri da me, per di più effettuando gli stessi escamotage ideati da Alvaro Vitali.
Direi che la "VICINA" è un classico per quei ragazzini pieni di ormoni delle pubertà come ero io, ogni preadolescente avrebbe fatto carte false per essere al mio posto quel giorno, tuttavia, oltre a mio fratello non ne parlai con nessuno dei miei amici, perché in fondo mi dispiaceva averla spiata di nascosto.
A tutt'oggi posso ipotizzare che lei qualcosa intuì, non dico di quel giorno specifico, ma che probabilmente i miei bollenti spiriti si manifestavano anche quando non davo loro l'ordine di ardere, perdendo così l'innocenza dallo sguardo. Ragion per cui, gli inviti a casa sua divennero sempre più rari, i regali non fecero più alcuna apparizione in casa e lei bussava alla porta sempre meno. Chissà, magari il marito geloso l'aveva messa in guardia dalle voglie di un preadolescente, o come appena scritto, l'aveva capito da sola che andare in giro nuda poteva creare qualche turbamento ad un ragazzino o a quelli dei palazzi di fronte, fatto sta che poi si trasferirono e io nel frattempo non ho più avuto bisogno di alcuno specchietto...



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