giovedì 21 luglio 2016

BUON APPETITO

C'era un periodo in cui al lavoro potevo aggiornare il blog, scrivere i miei romanzi e cenare quando l'orario di lavoro coincideva con la cena, da diverso tempo tutto questo è impossibile da compiere per cui resto indietro con il blog, con i romanzi e la cena è sempre fugace o la salto addirittura.
Sul saltare la cena in verità non è poi una cosa così malvagia, nel senso che meno mangio e meglio è, soprattutto perché vedere altre persone che si cibano davanti a me non mi fa proprio piacere, se devo dirla tutta, provo un certo senso di repulsione specialmente se è gente con la quale ho poca confidenza.
A pensarci bene nutrirsi è l'atto primordiale per eccellenza e come tale, i gesti i suoni, le movenze sono molto selvagge, soprattuto se non si seguono certe regole di buona creanza quando si sta a tavola con altre persone. C'è da dire che in pochi stanno attenti a non fare rumori molesti o ad ingozzassi come tacchini mentre sono in compagnia di gente a cui non importa un fico secco di vedere cosa è stato appena introdotto in bocca, o se il pasto è stato digerito a perfezione, eppure, in tanti credono che quando si mangia tutto il resto intorno scompaia e non ci siano doveri nei confronti della comunità. Io questo modo di fare lo detesto con ogni fibra del mio essere.
Ho alcuni colleghi che quando mangiano biascicano come delle mucche ruminanti e personalmente quando li sento, mi sale un senso di schifo tale da farmi passare l'appetito. Ma non c'è verso a costoro non importa o peggio, nemmeno se ne accorgono perché nessuno gli ha insegnato che quando si mangia lo si deve fare in silenzio. Non è finita qui, a fine cena emettono dei bei rutti sonori il che fa capire che la cena è stata ben apprezzata dal barone che ha appena finito di ingollare boli nemmeno fosse un pitone reale. Basta!
Non si deve essere per forza dei seguaci della Cristina Parodi, quando costei illustrava le regole del galateo a fine telegiornale; no, c'è bisogno solo di un po' di attenzione tutto qui.
La cosa riguarda per lo più gli uomini, poiché quando sono in gruppo si sentono legittimati a diventare delle bestie, come ad identificare un certo retaggio naturale di conquista del proprio pasto.  Sono passati quindici milioni di anni da quando l'uomo era una scimmia antropomorfa, per cui si può evolvere anche per quel che concerne l'educazione, ma ahimè non è così scontato pensarlo.
Dato che stasera devo tornare a lavoro, nonostante abbia fatto un turno di notte appena terminato, dovrò portarmi da mangiare, ma visto che non so con chi sono in turno, forse mi conviene mangiare prima.
Buon appetito.




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