sabato 6 agosto 2016

NOI CRESCIUTI CON I TELEFILM

C'è una differenza sostanziale nella generazione dei miei genitori e la mia, quella della: elaborazione dei rapporti sentimentali familiari.
Dalle storie di vita vissuta che mio padre mi ha raccontato da piccolo, ho assimilato un certo modo di comportamento usato a quel tempo dalle famiglie, ossia, vigeva un certo timore reverenziale nei confronti del capofamiglia, della madre, dei nonni e dei parenti in genere, quindi c'era poca bontà nei sentimenti. Nella società di allora i bambini erano considerati come degli individui soltanto più piccoli di statura ma a tutto per tutto uguali agli uomini o alle donne, per cui veniva poco calcolata l'età infantile e tutto ciò relativo ai bisogni nelle varie fasi della crescita. Questa è una mia opinione, ma come la storia ci insegna, credo di centrare bene il punto.
Se Mike Bongiorno ha insegnato la lingua italiana più di Dante Alighieri (già menzionato in un altro post) possiamo dire, che i telefilm hanno insegnato ai genitori come comportarsi all'interno del nucleo familiare. Il perbenismo americano, l'educazione dettata dalla media borghesia a stelle e strisce, la situazione politica che richiedeva un certo tipo di etichetta, hanno dato modo di adottare questi comportamenti e usufruirli a piacimento anche nelle case italiane. Quello che secondo me è stato rivoluzionario, penso siano stati i colloqui padre-figlio che spesso si tenevano a fine puntata, così facendo si è potuto apprendere un approccio differente da tenere con i figli. Nei telefilm il genitore veniva rappresentato come un saggio e benevole individuo che elargisce consigli e abbracci a profusione, piuttosto che il solito padre padrone  in cui l'unico mezzo conosciuto erano le mani a cui veniva associato nella società del passato.
Ecco io sono cresciuto guardando questo tipo di realtà, seppur edulcorata, fittizia e molto preconfezionata, ho comunque assimilato che con i figli bisogna poter esprimere liberamente i propri pensieri e ascoltare sempre quello che hanno da dire.
Sembrerà una cosa stupida, però "quella scatola" dovrà pur aver avuto dei meriti in tutti questi anni, d'accordo l'informazione, va bene gli eventi sportivi ma anche l'intrattenimento deve aver avuto un po' di spessore, giusto quel tanto da non buttare all'aria quei pochi valori che ancora restano in famiglia.


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