lunedì 26 settembre 2016

IL FANTASMA CUSTODE

Il retaggio culturale sui cui si basa la società occidentale di oggi, si fonda sulla cristianità alto medievale che ha spazzato con la sua forza, tutto quello che proveniva dall'antica civiltà romana. Questo intro alla Alberto Angela in una puntata di Quark, lo scrivo perché quando si pensa alla notte, molte volte colleghiamo l'oscurità alla morte ed è un fattore tipico della religione cristiana cattolica, perché quelle nordiche associano il buio con ricorrenze festaiole decisamente più allegre ed è normale, poiché avendo loro molto più buio dei paesi mediterranei, sarebbero spacciati se collegassero la morte all'oscurità. Di conseguenza, io che provengo dal paese mediterraneo per eccellenza, stando in giro di notte, mi vengono sempre dei pensieri lugubri legati ai decessi, agli omicidi e alla morte in generale.
Mentre torno a casa o vado a lavoro con il sole che è calato da parecchie ore ormai, mi nascono pensieri assurdi e in questa concezione fatale, io interpreto sempre il ruolo della vittima, sia come colpito in prima persona dalla "falce mortale" sia che subisca l'ultimo respiro di qualche mio caro. A dire il vero non è che capiti proprio sempre, però a volte viene spontaneo pensare che in una situazione silenziosa come quella notturna, possa capitare una fatalità da lasciare sgomenti chiunque.
Mi rendo conto che andando in giro in bici non è il massimo focalizzare un pensiero così triste, ma è così che tengo alta l'attenzione durante il tragitto che mi separa da casa; avendo praticamente tutto da perdere, non mi azzardo a fare cose strane o ad aggirarmi in zone considerate pericolose per i ciclisti. Eppure l'ironia del cervello a questo punto, direziona i miei pensieri verso coloro i quali io amo con tutto me stesso, il che mi rende praticamente inerme di fronte a tali possibilità. Il mio incubo peggiore è quello di tornare a casa ed assistere a scene raccapriccianti; anche solo sapere che ci possa essere una possibilità su un miliardo che questo possa capitare, mi terrorizza.
Tempo fa ne parlai con la mia psicologa e lei mi rispose che è abbastanza normale preoccuparsi per la famiglia e considerarla in condizioni di vulnerabilità quando si è lontani. Non è un aiuto, però declassarlo a fantasia, lo rende meno forte di quello che potrebbe essere.
Una volta tornato a casa poi, tutto svanisce, faccio una doccia (possibilmente fresca) e ogni pensiero brutto scorre via insieme all'acqua e al doccia schiuma.
Ieri ho avuto uno di questi pensieri, non proprio riferiti ai miei figli o a mia moglie, ma piuttosto alla mia famiglia di origine e sono sceso a patti con il fatto che prima o poi dovrò scontrarmi con tale eventualità, anzi, piuttosto direi una certezza.
E allora io cosa dovrò fare in questo caso? Disperarmi, piangere e ripensare ad un passato orami andato via per sempre? Credo che la reazione sia esattamente questa. Però se avessimo un'altra storia, ovvero, se la nostra società accettasse diversamente la morte, è molto probabile che ognuno di noi affronterebbe il decesso come una cosa più che naturale. Quindi alla fine, è tutta colpa della religione.




 

Nessun commento:

Posta un commento

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...