domenica 15 gennaio 2017

LA NOTTE NON E' PER TUTTI

Ogni tanto capita che lasci a casa la bici e mi sposti con i mezzi, succede di rado, ma ogni tanto mi fa quasi piacere prendere l'autobus per andare a lavoro. In effetti, ho il capolinea del mezzo che mi serve per andare a lavorare proprio sotto casa e potrei perfino fare a meno di prendere l'altro tram per arrivare al cancello del mio ufficio, dato che lo uso solo per quattro fermate; in realtà il tram non arriva mai e me la faccio sempre a piedi; pazienza.
Quando torno a casa la notte con i mezzi mi imbarco in visioni molto mondane di locali pieni di ragazzi che non vedono l'ora di divertirsi, con tutti gli eccessi che ne comporta; di gente sfatta dall'alcol che si aggira per strada con fare più o meno minaccioso; comitive di persone che vivono la città in maniera viva e tante altre tipologie di situazioni. Ogni volta che osservo dal finestrino quello che la notte ha da offrire, penso sempre che fra qualche anno ci saranno pure i miei figli là fuori e la cosa non mi fa stare molto tranquillo.
Finché ho vissuto la notte sulla mia pelle non mi sono mai preoccupato di niente, anzi padroneggiavo con una certa destrezza l'oscurità e le persone che approfittavano del buio per diventare completamente sceme. Le cose ora sono cambiate, se proietto i miei figli in queste dinamiche mi viene la pelle d'oca già adesso, figuramici quando poi accadrà davvero; io non vivo più.
Aspettare che tornino a casa con tutti i pericoli che ci sono, dopo tutte quelle cose che si sentono; oddio, sto parlando come una vecchia comare. Però è vero, cavoli!
Se continuerò fino all'età pensionabile il mio lavoro notturno, posso a fine turno andare a recuperarli direttamente dall'ufficio, se invece di sera sarò a casa con mia moglie, saremo in due con l'ansia ad aspettare che si ritirino uno per uno, e ne ho quattro da aspettare. Mi sa che l'ansia mi ucciderà prima, ma come si fa a non agitarsi quando i figli diventano grandi?
Anche i miei genitori si saranno preoccupati per me, e l'avranno fatto per un sacco di tempo, eppure, non ho mai dato modo di dovermi recuperare chissà dove e in condizioni pietose. Non che non lo facessi, ma sono sempre stato molto furbo e attento, perciò devo credere che anche i miei figli lo saranno, perché insegnerò loro a non cacciarsi nei guai e a evitare che si creino delle dinamiche per cui alla fine si arrivi a qualcosa di non gradito. Se dovesse succedere è ovvio che mi precipiterei ovunque si trovino a cavarli fuori dai guai e... ho capito, mi toccherà uscire con loro, anche se non mi vorranno mai. Peccato, io sono uno di compagnia a cui piace divertirsi. Beh non sanno quel che si perdono.


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