venerdì 23 maggio 2014

LA LUCE VERDE DEI MISSILI

Stamattina mentre ero nello spogliatoio della palestra, ho avuto un ricordo amaro che mi apparso in mente. Affianco all'armadietto che stavo usando, c'è incastonato ben bene, un televisore penso di una quarantina di pollici che trasmette ininterrottamente le immagini del TG 24. Non faccio molto caso a quello che passa in onda, perché nel momento esatto in cui tolgo gli occhiali, il mondo scompare per un attimo e, mi ritrovo come uno snorky sott'acqua, nel senso che vedo più o meno in quel modo. Ad un certo punto deve essere passata qualche immagine che ha destato un po' di curiosità tra gli altri soci, e si sono messi tutti a guardare verso la TV. Io non sono riuscito vedere bene, ma ho ipotizzato ci fossero delle immagine relative a qualche guerra nel mondo. Tutta l'apprensione che ho sentito delle persone in fissa sullo schermo, mi ha riportato nel lontano '90 quando ci fu la prima guerra nel golfo. All'epoca ero un bambino avevo nove anni e non capivo nulla di cosa stesse succedendo, dei motivi politici per cui scoppiò il conflitto, di cosa fosse realmente una guerra, sapevo solo che la guerra era una cosa orribile. In quei giorni vedevo mio padre alzato di buon ora prima di a andare a lavoro, in ascolto davanti alla televisione per conoscere gli sviluppi del conflitto. Ascoltava in silenzio e ogni tanto si indignava quando sentiva salire il numero dei morti innocenti. Io e mio fratello eravamo terrorizzati all'idea che anche nostro padre dovesse partire per il fronte in aiuto delle truppe americane, Questa era l'idea che serpeggiava tra tutti bambini del cortile, perciò anche noi venimmo travolti dall'angoscia di vedere nostro padre imbarcato sulla nave con la Marina Italiana. Ci raccontava spesso delle sue avventure passate da giovane alla naja, ogni volta che ne aveva l'occasione, perciò eravamo quasi abituati all'idea di vederlo indossare nuovamente la divisa da marinaio e partire lontano, in quel posto che non sapevo collocare molto bene sulla cartina. La paura vera mi venne quando andai con mia mamma e mio fratello al piccolo supermercato sotto casa e vidi gli scaffali vuoti, presi d'assalto dalla gente terrorizzata di non avere viveri per chissà quanto tempo. Già mi vedevo come nei film della seconda guerra mondiale, tra palazzi distrutti, morti dappertutto, spari, bombe e lacrime a profusione. Tempestavo mia madre di domande sulla nostra sopravvivenza, se saremmo riusciti mai a scappare e via discorrendo. Lei ovviamente mi rasserenava dicendomi che non sarebbe successo niente in Italia, e così fu, per fortuna. Però quando vedevo le immagini dei missili sparati di notte e tutte quelle luci verdi intorno, il mio animo si inquietava a dismisura, spaventato all'idea che in quella stessa notte arrivassero quei missili anche sopra casa mia.
Comunque oggi quando poi ho rimesso gli occhiali, ho visto che non si trattava di nessuna guerra, ma bensì di tutt'altro, non ricordo nemmeno cosa in realtà perché mi ero talmente tuffato nei ricordi che ho tralasciato il presente. Gli occhiali servono sempre.


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