sabato 17 maggio 2014

UN UOMO CHIAMATO PSYCO

Quando vivevo in quella ridente cittadina chiamata Rozzano, per spostarmi ero solito prendere il tram 15. Oltre al tram appena citato percorreva e percorre ancora, più o meno la stessa tratta, l'antagonista del mio mezzo di fiducia cioè la linea denominata con il numero 3. Non arrivava al capolinea del mio comune si fermava, a Gratosoglio ovvero l'estrema periferia a sud facente parte ancora del comune di Milano, distante appena 4 fermate prima di Rozzano appunto. Non so bene per quale motivo ma questo quartiere è sempre stato un ricettacolo di malati di mente, pazzi scellerati e personaggi particolari. Tra questi individui si aggirava con fare piuttosto molesto un tizio chiamato Psyco, che all'occorrenza lo si poteva incrociare sia sul 15 che sul 3. Il caro amico Psyco era un metallaro super convinto, che ascoltava la musica più estrema in assoluto. Si faceva prendere talmente tanto dalla musica, sparata a palla nelle cuffie del walkman, che pogava da solo contro i pali della luce accanto alla fermata del tram oppure contro i paletti all'interno del mezzo di trasporto, quando restava in piedi per l'affollamento dello stesso. La cosa che faceva ridere a crepapelle me e tutti quelli che lo incontravano, era che per quanto lui volesse apparire un duro tanto quanto l'heavy metal da lui ascoltato, la faccia che si portava dietro era quella di un babbo colossale, anzi, di un bambino con la faccia da bamascione tonto. Mi è capitato di vedere scene in cui Psyco chiedeva a chi portava alle orecchie le cuffie, queste parole:
"Uè che ti ascolti?"
Il più delle volte chi rispondeva, dava il nome di qualcuno, che il fantastico personaggio detestava e non nascondeva affatto il suo dissenso dicendo:
"Ma noooo!!!! Ma che musica di m@*°# Toh ascolta questo!"
Porgendo poi in malomodo le sue cuffie a quel povero disgraziato.
Un fatto del genere lo subì anche mio fratello, che ridere.
Il caso volle che in giorno me lo ritrovai ad un corso gratuito di batteria, organizzato in un centro sociale che frequentavo assiduamente. Di fatti anche lui suonava la batteria o meglio millantava di saper suonare alla stregua di Dave Lombardo, poi però la sua incapacità lo smentì amaramente, poverello. Finì a suonare in un gruppo di metallozzi come lui, in cui come bassista ci suonava anche un  mio amico.
Mi raccontò un altro mio amico, che un giorno andò a sentirli suonare in sala prove. E' risaputo che i metallari siano dei musicisti decisamente chiusi a livello musicale, nel senso che, per loro esiste solo i metal e niente più, come il nostro amico Psyco dimostrava quotidianamente.
Fatto sta che in queste benedette prove, il gruppo per scaldarsi disse dei titoli di canzoni di band tecnicamente inarrivabili, come: Dream Theater, Manowar, Iron Maiden, Metallica e via discorrendo. L'incapacità del caro amico batterista però tradì le aspettative del resto del gruppo e alla fine tutti delusi arrivarono a suonare Anarchy in the U.K. dei Sexpistol, che beffa.
Alla fine PUNK NEVER DIE.


IMMAGINE GENTILMENTE CONCESSA DAL WEB E DAL TIPO IN SOVRAPPESO

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