sabato 21 giugno 2014

LETTURA SOTTO ESAME

Da un paio di settimane ho per le mani il secondo libro di Joel Dicker, intitolato: La verità sul caso Harry Quebert. E' stato un caso letterario questo libro, ha venduto un marea di copie in tutto il mondo e presto diverrà un film diretto nientemeno che da Ron Howard; si può ben dire che il giovane scrittore abbia fatto davvero il botto, complimenti. Già dal titolo si deduce si tratti di un giallo ed è effettivamente così, forse pure troppo. Nel senso che, a mio parere, non ha una trama innovativa, la trovo abbastanza semplice, un po' scontata oserei dire. A differenza di altri libri dello stesso genere, non ho trovato molti elementi stupefacenti o sbalorditivi, l'autore ha giocato delle carte molto usate nella storia del giallo. Si è parato dietro una formula vincente, certo, ma un po' superata. A mio parere non ha introdotto delle innovazioni stilistiche alla Natsuo Kirino o personaggi brillanti alla Jo Nesbo, non ci sono nemmeno giochi psicologici intriganti ed ingarbugliati da far perdere la testa, penso si sia soffermato su degli autentici cliché. I personaggi non hanno delle vere caratteristiche, sono più che altro delle caricature esasperate, non ho trovato in questi, qualcosa che non abbia già letto. C'è da dire che si legge abbastanza in fretta essendo molto scorrevole, poi non ha una scrittura impegnativa quindi si arriverà velocemente alla fine. Io non ci sono ancora arrivato, ma da quello che posso intuire, ho già intravisto l'assassino. Quello che ho riscontrato in questo libro è un inquadratura storica molto definita, uno spaccato di società tipica degli anni '60, però stride con l'ambientazione che gli ha dato l'autore, visto che l'intera vicenda risale al 1975. A metà degli anni '70 non credo che avrei trovato una società come quella descritta, ma va beh queste sono sottigliezze. In effetti non è un capolavoro, pur essendo stato osannato come tale, a dirla tutta non ho capito che cosa abbia di così irresistibile, non oso dire che i miei libri siano meglio nooo... Però vedendo quali sono i risultati editoriali in voga, potrei pure pensarci davvero, ad essere pubblicato seriamente e magari anche apprezzato, chissà. Forse dovrei andare a Ginevra e proporre un mio romanzo lì, se ce l'ha fatta Joel, buona camicia a tutti.


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