A tal proposito, mi è stata consegnata una poco gradita lettera di richiamo, che non mi aspettavo minimamente, da parte dell'azienda in cui lavoro. Ho persino ricevuto l'obbligo di rispondere entro cinque giorni dalla ricezione della missiva; eccola:
Spettabile Direzione Tal dei Tali
Con la presente, rispondo a
quanto mi è stato contestato la sera del 16/05/2015 e la sera del 17/05/2015.
Innanzitutto, porgo le mie
più sentite scuse per quanto è avvenuto nelle due sere sopraindicate, ma mi
permetto di dissentire dal provvedimento scelto per comunicare gli errori da me
commessi.
Nella serata del 16/05/2015
mi viene contestato di non aver gestito la comunicazione scritta da parte del
cliente secondo le istruzioni fornitemi.
Ebbene, non posso affermare
con certezza, che tale comunicazione sia avvenuta in maniera chiara e corretta
o che non sia stata gestita direttamente dal sottoscritto.
Per quel che concerne la
serata successiva, ho preso in carico e gestito la comunicazione, come al
meglio ho creduto. La chiamata al reperibile sbagliato, è avvenuta per una
scelta erronea di valutazione, in quanto, come accade per altre campagne,
spesso il tecnico da chiamare si occupa di tutte le casistiche indicate a
video. Nel contattare il tecnico, ho ritenuto di dovere soltanto chiudere un
flusso di prova e non, di avvertite un tecnico specifico come il contenuto
della mail suggeriva.
Sono alquanto dispiaciuto,
che il cliente, in base ai miei errori, abbia espresso la volontà di recedere
dal contratto. Sono altresì deluso dal mio operato, per aver leso l’immagine
della prestigiosa azienda, ma ciò che è da biasimare maggiormente credo sia l’intera
cattiva gestione della campagna in essere, risalente addirittura al mese di
novembre. Lo conferma soprattutto, il rimedio grossolano fatto solo dopo che il
cliente avesse già ripetutamente
manifestato la sua insoddisfazione dell’intero servizio offerto.
Da parte mia, penso e credo,
di aver riposto l’attenzione dovuta, come abitualmente faccio per tutto il lavoro
che svolgo in ufficio. Mi rincresce parecchio il richiamo ufficiale adottato da
parte Vostra nei miei riguardi, nonché mi mortifica e crea in me un senso di
disagio per le mansioni future.
Per ovviare a tale problema
cercherò di riporre maggiore attenzione a tutto ciò che mi verrà assegnato, nel
frattempo, porgo i miei saluti e rinnovo le mie scuse con la speranza che non
accadano più fatti di questo tipo.
Cordialmente.
MR.D.
Sì, ho dovuto piegarmi, ma perché? Per quale motivo dobbiamo sempre ritenerci in dovere di porgere le scuse se non addirittura l'altra guancia? Non proveniamo mica da Nazareth! Almeno, io no.
Per il semplice motivo che ci tengono in pugno. Dispongono della nostra vita come se non fosse altro che un numero, e se va bene, lo cestinano per poi, giocare con la vita di qualcun altro.
Mi sono rotto di questo modo di concepire la vita sociale, di dover sempre rendere conto a qualcuno, che non sa nulla di me e di quello che faccio nella mia vita al di fuori dell'ufficio. Mi fa rabbia pensare che quello che sta sopra, in termini gerarchici, voglia fare le scarpe al sottoposto, solo per giustificare lo stipendio, è da sciacalli.
Il lavoro fa male in tutti i sensi.
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