lunedì 5 ottobre 2015

E' TEMPO DI RIFLESSIONI, RIFLETTERE SUL TEMPO

Oggi è il compleanno di mio papà e so che è una cosa a lui non molto gradita. Il motivo è presto intuibile, ogni anno aumenta di uno, e non a tutti piace diventare grandi, specialmente se crescere significa invecchiare.
Quando lui andò in pensione gli chiesi se fosse contento di non lavorare più, lui mi rispose di no, perché era il preambolo della fine. Anche il suo compleanno credo che lo interpreti come una specie di conto alla rovescia ed è triste, seppur, indiscutibilmente vero.
Il trascorrere del tempo visto così è davvero un'angoscia, un pensiero tanto infelice da togliere il fiato, perché sapere di avere i giorni contati è una considerazione troppo pessimistica, persino per Leopardi. Interpretandolo in questa maniera si rischia di perdere tutto ciò che di bello riserva ancora il futuro e non è detto poi, che le cose saranno come ce li si aspetta, cioè un decadimento fisico e psichico o peggio, un imbruttimento della vita stessa. E' chiaro il fatto di non essere eterni, ma forse la nostra mortalità, rende ancor più sensate tutte le cose compiute all'interno di una lunga esistenza terrena.
Capisco anche la volontà dei popoli di credere in qualcosa dopo la morte, dato che esalare l'ultimo respiro fa tremare la gambe a tutti, forse ancor di più, a chi resta a vedere spirare il proprio caro. Ma la natura umana è fatta così, non ci sono alternative. E' vero abbiamo stampato da qualche parte una data di scadenza e non è detto che se fossimo eterni ci divertiremmo per sempre. Certo arrivare all'età di Grande Puffo con le sue sembianze, credo non faccia piacere a nessuno, però se l'età progredisse ma il fisico rimanesse ad uno stato accettabile come quello di un cinquantenne, sarebbe una cosa sicuramente più apprezzabile. Arrivati ad una certa età, non si lavora più perciò si ha molto tempo a disposizione ma con il passare degli anni, questo tempo diventa un nemico che causa una progressiva mancanza di forze e tutto il tempo a disposizione risulta essere una gabbia dalla quale si vorrebbe scappare al più presto. E quindi dobbiamo contare già da adesso? O forse bisogna farlo dal primo vagito?
A pensarci vengono i brividi.

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