venerdì 20 maggio 2016

UNO SGUARDO INDIETRO

Ogni tanto capita che ripensi al mio passato, a tutto ciò che ho fatto e alle esperienze vissute, non tanto per un moto di nostalgia (che a volte capita anche quella) ma per fare un raffronto con la vita di ora, ebbene, il passato sembra una specie di vecchio film visto un sacco di tempo fa. E' normale certo, eppure quello che mi sconvolge è il tipo di persona che ero, mica il lungo lasso spazio-temporale trascorso da allora fino a oggi. Mi vengono in mente le persone con le quali ho condiviso delle situazioni assurde, magari lì per lì sembravano addirittura memorabili ma poi sono filate via lisce come tanti fili di seta, così altamente scorrevoli da passare tra le dita senza lasciare alcuna traccia del loro passaggio. Ripenso a tutte quelle sere passate con gli amici a bere e a fumare come pazzi, a sentire la musica ad un volume impressionante, a suonare dal vivo e ad assistere ai concerti di chiunque. Quei momenti sono stati così estremi da aver avuto il timore di non riuscire a venirne fuori mai più, come se fosse stata tracciata una linea così profonda da arrivare alla perdizione totale e non riuscire più a risalire la china. Non avere obiettivi, non avere alcun scopo, perdere tempo.
Mi viene da fare un rapido excursus di ragazze incontrare per caso o perché il destino ha voluto che fosse quella la protagonista di un certo periodo, di tutte quelle cose che ho detto, degli errori che ho commesso in nome di un legame passeggero, ma che aveva il sapore dell'amore eterno quando poi in realtà il periodo trascorso insieme è stato solo una parte infinitesimale della vita.
La mia infanzia non la ricordo come un film, piuttosto la definirei come un'avventura letta in un libro, ci sono le scoperte, le emozioni, i traguardi, gli scontri, ha tutto ciò che serve per essere paragonata ad un storia epica con tanto di vittorie sulle paure infantili ma anche di quelle sconfitte utili alla crescita.
Ricordo i giochi infiniti fatti a casa con i miei giocattoli, le partite in cortile, le corse sfrenate con la mia bicicletta e il gruppo di amici con il quale si divideva la merenda; i discorsi notturni con mio fratello prima di andare a dormire, il tempo passato con i miei genitori durante le vacanze estive e mi sovviene con un leggero sorriso, quando ero convinto di essere in grado di parlare alle stelle.
La memoria di un tempo passato è l'unico legame di una vita che non ci appartiene più, è di un altro con le nostre stesse sembianze ma di fatto non è nostra.
Una delle mie più grandi paure è quella di svegliarmi un giorno e non ricordare nulla, di perdere ogni cosa del mio passato, di avere la memoria azzerata; se ci penso mi vengono i brividi. Non sapere niente di noi stessi, non avere un vissuto nemmeno un lontanissimo ricordo. Come ci si potrebbe sentire?
Non saprei, non ricordo... che paura.





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