lunedì 9 maggio 2016

AMORE DI COTONE E CIOCCOLATA

Ci sono giorni in cui la fatica la fa da padrona e per questo ogni cosa suscita malumore, nervosismo, dando vita a piccoli screzi che punzecchiano chiunque sia nei dintorni di un dialogo ironicamente nevrotico. Forse tutto parte dal sonno mancato di una lunga serie di notti in bianco o dall'enorme aspettativa di un momento di tenerezza sfuggito per una manciata di sbadigli, dovuti ai sempre più frequenti risvegli di qualcuno di un'immacolata innocenza o dal lavoro stressante.
Non si riesce a rimediare al teorema della biglia sul tavolo inclinato, quando questa comincia a spostarsi, il movimento prende sempre più velocità e alla fine diventa inarrestabile, per cui, prima di fine travolti, meglio scansarsi andando via.
Ci sono notti in cui, pedalo in giro per Milano e ogni cosa appare diversa, come i cartelloni pubblicitari che dopo una certa ora assumono un messaggio malizioso, soprattutto quelli dei costumi da bagno; la gente in giro a volte sembra amica, altre volte meglio starne alla larga. L'atmosfera diventa malinconica, complice la brezza fresca e la pioggerellina timida, pronta a scatenarsi nei prossimi giorni come avverte quell'applicazione sul telefono che non ci azzecca mai. Si è sentito dire spesso dalla gente, che Milano è la Parigi d'italia, personalmente non credo sia così romantica però è l'unica città dove posso accorgermi delle sue sfumature e mi adatto alle situazioni differenti che presenta ad ogni suo angolo. Dubito che a Parigi mi sentirei così a mio agio, forse perché l'ho visitata una sola volta; chissà...
Ci sono momenti in cui la musica che ascolto capisce il mio mood, lo stato d'animo e le sensazioni che provo a stare di notte da solo in mezzo a tante persone che mi sfrecciano di fianco, presi ognuno dalla propria vita e dalle conseguenze delle loro scelte. Come se l'iPod diventasse una sorta di grillo parlante e inviasse le canzoni più adatte per quel preciso stato d'animo e mi rievocasse lontani ricordi, momenti di felicità farciti di nostalgia. La musica è infingarda, vuole solo provocare quella reazione eclatante che da principio si sa, è impossibile da attuare concretamente, come: tornare indietro a tutta velocità e gridare sotto la finestra della donna dei miei sogni che l'amo con ogni fibra del cuore, poi salire in casa, abbracciarla e prometterle ancora una volta amore eterno.
Ci sono degli atteggiamenti assunti che nascondono il suo contrario, come una distorsione di un'immagine percepita con una lente non adatta, qualcosa di spinoso come una pianta di cotone ma che all'interno vi è un fiocco soffice ed accogliente dove è possibile tuffarsi senza pungersi, basta solo capire quando è il momento di coglierlo.
Non ci sono invece le occasioni per esprime quanto ho dentro, cosa penso in certi momenti e quale sarebbe la soluzione più giusta per venirne fuori incolumi, perché è tutto un correre di qua e di là, perché ho, anzi, abbiamo tanto altro da fare che non è possibile esternare i propri sentimenti con tranquillità, con quella pacatezza che rende prezioso un attimo; ogni secondo se ben calibrato, diventa importante quanto un anno, ma a volte non si riesce ad avere neppure quello.
Dare per scontato e sottintendere sono i due semi dell'erbaccia che si ramifica tra due persone e diventa dannoso per un rapporto, per evitare che ciò accada bisogna declamare il sentimento, decantarlo, celebrarlo ogni giorno poiché, se è sincero, sente la necessità di risplendere sotto gli occhi di tutti.
Molti dicono che il matrimonio sia la tomba dell'amore; certo, se non lo si celebra con passione è probabile che venga sovrastato e soffocato da un pesante strato di abitudine, per cui va mescolato sempre come la cioccolata calda, prima che si formi quella pellicola fastidiosa sulla superficie che lo rende disgustoso.

Nessun commento:

Posta un commento

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...