martedì 28 ottobre 2014

FEBBRICITANTE

Tempo, 109 fazzoletti al minuto,
che consumi in un solo starnuto.

Così avrebbe dovuto cantare Jovanotti in NON M'ANNOIO, forse lui quando la scrisse godeva di ottima salute, a differenza mia che mi sento uno schifo. Da stamattina ad ora, credo di aver consumato centoventotto tonnellate di fazzoletti, l'equivalente di un ettaro disboscato nella foresta amazzonica, non sono sicuro delle proporzioni equivalenti, però rende l'idea.
Quando iniziano i cambiamenti climatici, per noi ciclisti urbani è la fine.
Abituato ad andare alla velocità della luce, con la conseguente copiosità sudoripara, gli indumenti che indosso solitamente, hanno lo stesso spessore della carta velina. C'è da aggiungere che io soffro molto il caldo perciò mi copro troppo poco. Sarà l'età che avanza, oppure lo scotto che bisogna pagare ogni anno, sta di fatto, sono qui a in ufficio a starnutire come un'aspirapolvere guasta (ammesso che starnutiscano quando si rompono) ed intanto lavoro più di quanto vorrei.
Per quanto concerne le medicine da assumere, non sono quel che si direbbe un asso, mi imbottisco solo di cose che penso possano fermare l'influenza, come la tachipirina o l'aspirina, per cui prima di venire a lavoro, ho fatto una combo di entrambi i farmaci, ho inforcato la bici e sono partito, nel senso che ora non connetto più. I miei sensi alterati sono dovuti alla febbre o qualcosa di appena prima, sono quelli che definirei gli svarioni degli anelli. Non vedo l'ora di andare a casa, nel senso che non vedo nemmeno più l'orologio per quanto mi lacrimano gli occhi. Odio stare male.


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