mercoledì 19 agosto 2015

ALLA GRANDE FIERA DELL'EXPO

Gli occhi del mondo sono tutti rivolti verso l'evento dell'anno, per la sua importanza a livello planetario, per la maestosità delle costruzioni, per il valore della conoscenza e la consapevolezza del cibo e per poter dire c'ero anch'io. La famiglia Mr.D. al completo, ieri ha risposto alla chiamata proveniente da Rho.
Ebbene, possiamo dire di esserci stati per davvero, nonostante l'impresa non si preannunciasse una cosa semplice. Ci siamo alzati presto, abbiamo preparato l'occorrente per la permanenza e non di meno, ci siamo armati di buona volontà. Una volta chiusa la porta di casa, siamo arrivati fino ai cancelli.
L'entrata è stata degna dell'aeroporto di New York, per il numero agenti di pseudo-polizia impiegati, e per i metal detector in azione. Esattamente come prima di prendere l'aereo, ho svuotato le tasche, gli zaini e ho tolto persino il cappello e messo il tutto, sopra il carrello per l'ispezione a raggi X. Dal numero di persone presenti, avevo preventivato un'attesa di una mezz'ora, ma con il passeggino al seguito, (elemento risultato fondamentale) ci hanno riservato una corsia preferenziale.
Arrivati poi dentro, ci è apparso davanti agli occhi un viale immenso, dove a destra e a sinistra stanziavano i padiglioni dalla forme più strane. Le lunghe code di persone sono state una costante, ma, avendo dietro il lasciapassare a forma di passeggino, le abbiamo decurtate parecchio.
Il Vietnam è stato il primo a cui abbiamo prestato attenzione. Non era nulla di che, piuttosto piccolo e non molto eclatante, lo definirei un esiguo bazar con un ristorantino attiguo. La seconda meta: Corea del Sud. Questo sì che è stato un padiglione ben curato, coerente con il filo conduttore della manifestazione e altamente futuristico, d'altronde dalla Corea ce lo si poteva aspettare. Giunti alla volta della Thailandia, le aspettative si sono un po' smorzate. Attesa lunga, dentro: nessun manufatto, ma bensì, in tre diverse stanze, sono stati proiettati tre film, tra l'altro uno: elogio di cinque minuti al loro re. Sicuramente abbiamo compreso gli sforzi del sovrano tahilandese, per migliorare l'agricoltura, però tre film sono stati eccessivi. Delusione totale per quel che concerne lo spazio dedicato al cibo: un take away senza arte né parte. In terza battuta: Gambia, padiglione non lo si può definire di certo, però il cibo era decisamente buono. Iran: scorrevole, ben curato e pieno di palme. Brasile: una toccata e fuga, per vedere il ponte di corda, ma dentro la fila era troppo lunga. Palazzo Italia: ho ringraziato di aver avuto dietro il passeggino. La fila era qualcosa di inverosimile, di una lunghezza spaventosa, interminabile, impossibile, avvilente. Noi però siamo riusciti a vederlo. L'eccellenza italiana è stata promossa in ogni dove (giustamente, essendo paese ospitante) il palazzo abbastanza impervio, ma alcune sale sono state ben architettate e grazie all'ascensore, raggiungibili da tutti. Forse non è stato molto divertente, tutto un sali e scendi, però era doveroso presenziare. Per quanto riguarda il cibo c'era l'imbarazzo della scelta. Ogni regione aveva il proprio spazio e le industrie più famose, intere palazzine a disposizione.
Gli U.S.A me li sarei aspettati più sfarzosi, invece sono stati molto precisi sul piano d'azione adottato da Obama, detto da lui dagli schermi, su quel che lo stato ha in atto per il futuro, e abbastanza minimal per l'arredamento del padiglione. Il cibo ho preferito saltarlo per ovvie ragioni.
Mia figlia aveva una voglia matta di andare a vedere la Francia, e così è stato. Il padiglione molto grande e arredato allo stile delle boulangerie e vinerie tipicamente d'oltralpe, ma poco presente sulle intenzioni dell'agricoltura futura. La baguette era d'obbligo mangiarla, ma non pagarla sei euro l'una, dato che dentro c'era poco e niente, comunque molto buona.
Avrei voluto visitare il Giappone, ma il cartello con su scritto: tempo d'attesa due ore, mi hanno fatto desistere.
Nota molto positiva per il kinder garden. I giochi presentati per i bambini erano divertenti e non scontati, interattivi e a tema Expo naturalmente.
In effetti il tempo a disposizione non permette di vedere tutto in una volta, anche perché di cose ce ne sono a profusione. Molti stati li abbiamo saltati per la presenza stranumerosa dei visitatori in fila e purtroppo poi, si è anche messo a diluviare, perciò ci siamo messi al riparo perdendo un'ora buona.
Abbiamo fatto in tempo a vedere l'albero della vita prima della pioggia; si vocifera, vogliano mettere in piazzale Loreto a Milano, dopo l'evento chissà.
Comunque ci siamo divertiti molto e sono contento di aver portato i miei figli ad un evento più unico che raro, dubito che nel breve termine, si possa replicare una manifestazione così importante, proprio sotto casa. L'evento in sé, credo che alcuni stati abbiano centrato l'obiettivo, altri invece, abbiano venduto il loro cibo come una qualsiasi manifestazione culinaria, e non parlo solo di quelli piccoli, anche i grandi nomi sono andati fuori tema.
Quel che servirebbe credo, più tempo o più occasioni per visitarlo, ma già il costo non è così abbordabile per una famiglia, se poi ci mettiamo anche il cibo per ogni padiglione, si fa presto poi a restare senza cibo, a dispetto della grande tematica dell'Expo 2015.

Consiglio utile: visitatelo ma non fatevi scoraggiare dalle code, semmai posso prestare il passeggino. (forse meglio affittarlo alla Chicco) Andate a stomaco vuoto e tasche piene, munitevi di scarpe comode e porte l'ombrello.


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