martedì 22 dicembre 2015

TRAGICO PACKAGING

Il Natale non porta soltanto gioia ed allegria in tutti i cuori, ha anche quella tremenda facoltà di costringere la gente normale a prodezze straordinarie e sbattimenti senza pari. Bisogna andare a recuperare i regali per le persone care; c'è da mettere in conto tutta una giornata persa ad attendere che il corriere consegni il pacco richiesto, non ultimo; bisogna anche impacchettare con una bella carta da regalo ciò che verrà donato con tutto l'amore possibile al destinatario. Ecco su questo punto ho qualcosa da dire in merito.
Poco fa mi sono cimentato nell'incartamento dei regali per mia moglie e posso assicurare che non sia stata proprio un passeggiata di salute, anzi, posso asserire di averne persa un po'.
Penso di essere tra le persone meno precise del mondo e quando mi viene richiesta la massima cura nell'imballaggio, le mie mani diventano due attrezzi arrugginiti e mal funzionanti; i miei occhi vanno insieme e quello che dovrebbe risultare dritto, lo è solo, se le metto perpendicolare ad un asse immaginario di qualche mondo lontano.
Chissà perché un materiale leggero e maneggevole come la carta, prenda vita propria quando la si costringere ad assumere una forma più o meno quadrata. Si formano delle grinze in ogni angolo che rischiano di bucare il foglio, il bordo del taglio non combacia mai con lo spigolo del pacco e nell'attimo prima di chiudere il tutto con lo scotch, questo dannato assembramento di fortuna, si sfalda come un castello di sabbia.
Ok, al primo tentativo lo si può anche mettere in conto e non si deve demordere anche perché, una volta individuata le tecnica giusta, si procede rapidamente anche con i pacchi seguenti; almeno dovrebbe. Si cambia metodo. Occorrono a questo punto l'ausilio di oggetti più pesanti che tengano ferma la carta, per cui si prendono in ordine:

  1. Forbici pesanti come delle cesoie da giardino, che poi però serviranno a tagliare i pezzi in eccesso. Non ho ancora capito se è utile averle a portata di mano oppure no.
  2. Una bobina di scotch tanto larga da ricoprire il regalo, il tavolo, le sedie e le dita di colui che prova a mettere un senso in queste azioni.
  3. Una bottiglia d'acqua, perché la sete si fa sempre sentire.
  4. Una scarpa.
  5. Un libro/mattone; se si ha a disposizione il dizionario bilingue, antico ebraico-lappone, il peso di questo tomo può risultare ottimale; peccato che la dimensione intralci leggermente i movimenti.
  6. Un batticarne.
  7. Due patate.
Ora; non è che avevo proprio tutti gli oggetti di questo elenco, ma in compenso i miei gatti ce l'hanno messa tutta per darmi una mano, anzi, otto zampe.
I gatti non vanno d'accordo né con la carta e né con il nastro, di conseguenza, io non vado d'accordo con loro quando mi distruggono quella specie di orribile pacco da regalo che è in procinto di venire alla luce. (Forse sarebbe meglio consegnarlo al buio. Potrebbe essere un'alternativa da tenere in conto)
Lo spirito di Sandokan, unito a quello della famiglia Togni e mischiato con quella della famiglia Orfei, mi hanno dato la forza per domare i due felini di casa, il cui unico loro obiettivo era quello di intrufolarsi dentro la confezione e mangiare il nastro colorato.
Da qui mi è venuta un'idea lampante. Ho pensato di regalare a mia moglie anche due gatti morti, ma a quel punto ben impacchettati. Va beh, ho abbandonato subito questa golosa possibilità quando mi sono reso conto di non avere abbastanza carta regalo.
Sono stato previdente nel chiedere ad Amazon di impacchettare il regalo principale al posto mio. Quando l'ho tolto dalla scatola di cartone, ho avuto una piacevole sorpresa nel vedere che qualcuno sappia fare bene i pacchi e che mi abbia sollevato dall'onere di imprigionare anche alla bell'e meglio il regalo protagonista del Natale 2015.
Ora ammazzo (no, non i gatti) il tempo in attesa che il corriere mi consegni l'altra parte del regalo che ho pensato di dare alla mia dolce metà. Spero vivamente che arrivi prima di mia moglie, in tal caso, è consegnato in una scatola e dentro sarà impacchettato, almeno così dovrebbe essere.
Le mie opere d'arte contemporanea o forse, vedendo il risultato potrei azzardare a definirle: futuristiche, le ho nascoste per bene, sia da sguardi indiscreti che dai gatti. Le due belve comunque, hanno perso qualsiasi interesse una volta che sono riuscito a completare il packaging natalizio. Credo che siano rimasti disgustati da quello che sono riuscito a creare ovvero, dei piccoli mostri.



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