martedì 15 dicembre 2015

IL PRINCIPE DI ROZZANGELES

La differenza sostanziale che passa tra l'educazione che ho ricevuto io, e quella che impartisco ai miei figli è questa: trasmetto gli insegnamenti avuti dai telefilm, oltre a quella dei miei genitori, ovvio.
Potrebbe sembrare un'eresia la mia, però non è così blasfemo ciò che sto per scrivere.
Quando io ero bambino, ho passato un sacco di tempo davanti alla TV, pensando che fosse un passatempo educativo. Non ero certo il solo direi, anzi, forse quelli della mia generazione possono confermare che era un modus operandi decisamente diffuso a quei tempi. E' vero, anche oggi molti bambini passano ore davanti al televisore, ma i contenuti dei programmi sono differenti rispetto a quelli che vedevo io.
Ai miei tempi, i telefilm erano leggeri, trattavano delle tematiche politicamente corrette, tutte molto "perbene"forse meglio dire perbeniste, e cosa non da poco, i protagonisti di queste commedie facevano parte della media borghesia americana, sia nera che bianca. Venivano mostrate le migliori modalità d'intervento sulle problematiche che i vari figli portavano a casa, per cui poi alla fine, qualcosa lo spettatore imparava e di conseguenza tramandava.
Ne ho visti parecchi di questi sceneggiati (come li chiamava mio nonno) dalla Famiglia Bredford, alla Casa Nella Prateria, passando dai Robinson, attraverso Super Vicky e finendo a Willy il Principe di Bel Air, il mio preferito.
Il caro Will Smith, ha avuto un fan sfegatato in quegli anni, ovvero: il sottoscritto. Mi piaceva perché era scanzonato, divertente, fortemente comico e poi lui ascoltava il Rap, esattamente come me in quel periodo. All'epoca ero un B-Boy e trovare un telefilm che per protagonista aveva un vero rapper, era per me una gioia enorme. Il caro Willy nella realtà cantava con il duo Fresh Prince and Jazzy Jeff, che quest'ultimo, tra l'altro compariva, con il protagonista nelle simpatiche puntate. Da noi in Italia però è diventato famoso più per il telefilm che non con il singolo "Boom Shake The Room" uscito nel '93. Una volta raggiunta la notorietà planetaria il sig Smith, ha pubblicato molti altri dischi e fatto un sacco di film, qualcuno anche bello.
Comunque il mio eroe era il Principe di Bel Air (che si potrebbe anche tradurre come il Principe di Bellaria) Lo imitavo nel modo di vestire, nella camminata, nella risata e ovviamente, nel suo celeberrimo saluto con i suoi amici. Forse avrei voluto persino la pelle nera, come cantava Nino Ferrer, da quanto ero preso da quel telefilm. Appena scoccavano le 18.00 mi sintonizzavo su Italia1 e contavo senza respiro la sua fantastica sigla sia quella iniziale che i due tipi le della finale; la mia era una grande passione e grazie a quel telefilm ho imparato che la musica può dare sempre qualcosa in più rispetto a tutto il resto.


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