mercoledì 23 dicembre 2015

UN DISCO ROTTO

Ci sono sere e notti specialmente, in cui ripeto la stessa frase decine e decine di volte. La sequenza è sempre quella, le cose che dico da quasi sette anni, idem; sinceramente è una noia tremenda. Per assurdo poi le gente mi fa sempre le solite domande e io ovviamente, rispondo al solito modo di sempre.
Il mio lavoro non cambia mai, non si diversifica, non è nulla di improvvisato, anzi, è tutto segnato passo dopo passo e io, come un automa, seguo queste tracce che sono entrate ormai nel mio modo di esprimermi quasi fosse un'educazione personale, oppure, un insegnamento dovuto ad un dottorato in monotonia.
Non ci sono feste che tengano, le persone pretendono che qualcuno dica loro esattamente ciò che vogliono sentirsi dire. Ma poi paradossalmente non ascoltano più se quello che viene spiegato non rientra tra le opzioni prese in considerazione. Potrei parlare per ore spiegando ciò che molto spesso sfugge al chiamante, ma se chi sta dall'altra parte della barricata non vuole sentire ragioni, cascasse il mondo, non cambierà mai idea e continuerà a ripetere all'infinito quello che è ormai divenuta la classica "questione di principio".
Io lavoro in un call center e di persone ne sento talmente tante che faccio fatica a ricordare tutto quello che mi dicono, anche se poi alla fine mi ripetono bene o male la stessa solfa. Diciamo che il mio cervello cerca di eliminare il superfluo, e di superfluo in un call center, ce n'è così tanto da perdersi.
Alcune mie colleghe tempo fa, avevano scritto su dei bigliettini le frasi più assurde dette da persone altrettanto assurde, il risultato è stato uno spaccato di realtà esilarante, come una specie di "Io speriamo che me la cavo" versione call center 2000 e oltre. Poi credo abbiamo smesso perché il tempo è TIRANNO e i super visori SAURI, eheheh....
Comunque per regalo di Natale, lo dico a nome di tutti quelli della mia categoria, non chiamate i numeri verdi. Grazie.


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