lunedì 7 dicembre 2015

EPITAFFIO: NON PIANGETE PER ME E' SOLO SONNO ARRETRATO

Il titolo del post l'ho preso da una frase detta da una mia collega una sera, quando ha citato una sua amica nel momento in cui divenne mamma trent'anni fa o giù di lì.
Ebbene, diventare genitori significa: perdere il lusso di dormire fino a tardi.
Mi spiego:
in molti credono che il sonno di un genitore venga annullato, soltanto quando in casa è presente un neonato, è vero, ma solo in parte.
Appena nato, un bambino dovrebbe dormire una quantità di ore pari a 16 o 18, questo se il neonato ha delle chiare origini animalesche, derivanti da un koala o da un bradipo, nella realtà dorme molto meno, specialmente di notte. Va beh, ma su questo il genitore è preparato, forse sarebbe meglio dire, che se lo aspetta.
Passato quel periodo spaventoso identificato come: "il periodo delle coliche" si pensa, erroneamente, di essere arrivati ad un buon punto, per quel che concerne il riposo; nulla di più sbagliato. Ora vi dico il motivo.
Quando i bambini crescono e diventano abbastanza grandi da poter stare alzati di più rispetto agli anni passati, si prende alla leggera il loro risveglio dell'indomani. Qui casca l'asino!
Certo, perché se durante una serata con gli amici di un sabato sera qualunque, magari trascorsa in casa a cenare; i bambini vanno sì a dormire più tardi del solito, però il loro risveglio, sarà sempre prima di quanto un genitore vorrebbe; questo accade per un semplice motivo ossia: se il/i figlio/i vanno a letto tardi, i genitori andranno a dormire ancora più tardi, di conseguenza loro si alzeranno prima e i genitori con loro, ad un orario decisamente troppo presto, per chi ha deciso di fare le ore piccole la sera prima.
Un altro caso è la domenica.
Solitamente di domenica si ha l'opportunità di dormire qualche minuto in più, rispetto alla settimana. Nel settimo giorno, (quello dedicato al riposo) per una strana congiunzione astrale, o di organismi ectoplasmici presenti nell'aria, i bambini, solo in quel giorno, si alzano all'orario giusto per andare a scuola; cosa contraria accade invece, quando bisogna alzarsi presto, nel corso degli altri giorni precedenti. Ripeto, in questo caso, la ragione è oscura persino a Hawkins o alla cara estinta, Margherita Hack.
Facciamo passare molti anni dalla fanciullezza dei figli, cosa accade nel futuro? I genitori avranno mai l'occasione di dormire di più, quando i figli diventano grandi e avranno la possibilità di uscire di sera? Ovviamente no.
Quando i figli sono fuori di casa a fare bisboccia con gli amici, i genitori vivono con l'ansia fino al momento in cui non sentono le chiavi inserite nella feritoia al loro ritorno, ciò significa, minimo le quattro del mattino. Andrà avanti su questa linea finché i figli non andranno via di casa. Allorché, magari i genitori sono divenuti nel frattempo anziani, e avranno i classici problemi d'insonnia dovuti all'età, per cui il riposo verrà meno anche in quel periodo della vita.
Credo, che il momento migliore per poter godere appieno della fase del sonno prolungato, sia dai 15 fino ai 25 anni, sempre se poi non si inizia a lavorare intorno ai 18. Più precisamente ancora, penso che il periodo universitario, sia il migliore in assoluto, essendo quello un momento dedicato allo studio ma differente dalla scuola ordinaria, con introno però, tutto un corollario di feste e di vacanze tra un esame e l'altro. Tale lusso viene meno, se lo studente è al tempo stesso anche un lavoratore.
Personalmente, durante la mia fase universitaria non ho goduto molto il privilegio del riposo ad oltranza, per il semplice fatto che ho avuto dei grossi problemi relativi al sonno e per questo, ho vissuto la notte come se fosse il giorno, evitando troppo spesso di dormire come un ghiro quando avrei potuto.
Da un po' di anni lavoro di notte e va da sé, che le mie ore dedicate a riposare siano diminuite drasticamente, rispetto a qualche anno fa quando ero giovane e nottambulo per scelta. Ora, sto pagando il dazio dei miei vizi.
Mi ripeto da molti anni a questa parte, che qualora dovessi chiudere gli occhi, non li riaprirei più, e qui si ritorna al titolo del post, ossia: una sacrosanta verità.






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