martedì 18 novembre 2014

E MILANO DIVENNE VENEZIA

Da quando è iniziata la stagione delle piogge, tipo zona sub tropicale, la mia città ha assunto un aspetto più umido, molto acquatico, decisamente marittimo. L'inesorabile caduta piovana, ha creato un bel po' di disagi alla circolazione urbana, per non parlare delle case in prossimità del famigerato Seveso, ovvero il fiume invisibile. Questo corso d'acqua è infingardo, perché non lo si vede scorrere ad occhio nudo come il naviglio o il Lambro, ma c'è gente che giura di averlo visto. Alcune teorie sostengono che proprio il Seveso, sia l'affluente sotterraneo del lago di Lochnes (lo so che i laghi non hanno affluenti, ma questo è diverso) per cui il mostro che dimora nel lago scozzese, sia la causa effettiva della sua esondazione, e non la pioggia. Ho rivelato un informazione strettamente riservata, ma volevo mettere al corrente i miei concittadini, di ciò che circola sotto il manto stradale. Al di là della vera causa, Milano ha reagito molto male alla fuoriuscita dell'acqua fluviale, tanto che le strade si sono inondate a tal punto, che si poteva circolare con il gommone, con le pinne, fucile ed occhiali. Le zone flagellate sono state quelle di Zara/Maciachini, Isola, Niguarda e la Maggiolina, in queste parti di Milano si è cominciato a parlare con un lontano accento veneto, proprio perché dai balconi si intravvedeva la suggestiva Piazza San Marco. Quasi tutti i cittadini hanno preso molto male questo cambio di parlata dialettale, visto che un cambio così repentino, bisognava quanto meno annunciarlo o fare dei corsi preventivi. Comunque a gridare aiuto e maledire il governo, perché si sa che quando piove è sempre colpa sua, molti, non sono riusciti a dirlo in veneziano. Penso che si avrà occasione di riprovare, tanto c'è sempre tempo, anzi maltempo. Coloro che davvero si sono immedesimati nella parte, sono stati i piccioni. Quelli si sono davvero mascherati bene in uccelli veneti, credo che chiunque li abbia scambiati per quelli che svolazzano tra campi e campielli di Venezia. Io personalmente non sono riuscito a distinguerli.
Una volta rientrata l'emergenza esondazione, è rimasto il fango, molto fango. Il nostro sindacato ha creato una join-venture con l'azienda di Guam, che produce i noti fanghi, per mettere sul mercato un nuovo prodotto a chilometro zero, per noi meneghini. Questo fango miracoloso sarà supportato dal celeberrimo brand e prenderà il nome di Fanghi d'asfalto Milan, una delizia per il corpo, che sa di copertone. Nel clù ,(preciso che ho detto clù) del momento acquifero, c'ero anch'io con la mia immancabile bicicletta, che da city bike si è tramutata in river bike, cioè in una moto d'acqua. Meno male che porto sempre al piede delle scarpe permeabili, non potevo certo andarmene a casa, senza avere a portata di scarpa dell'acqua meneghina-veneziana, mista scozzese, sarebbe stato un affronto alla mia volontà di andare in bici sotto ogni intemperia. Posso dire apertamente che nell'esondazione del Seveso c'ero anch'io, purtroppo non so dirlo in venesian, ciò!


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