venerdì 28 novembre 2014

BIANCONIGLIO

In Alice nel paese delle meraviglie di Luis Carroll, c'è la figura del Bianconiglio che è forse quella più simile a me, anche se fisicamente potrei sembrare Humpty Dumpty. E' l'allegoria del modo di vivere degli umani, quando incrocia il mondo terrestre, ovvero, sempre di fretta, sempre di corsa. Nel paese delle meraviglie il tempo perde la sua misurazione classica, anche se il Bianconiglio corre lo stesso, forse è l'ancora che tiene salda la stessa Alice, in quei due mondi così diversi tra loro.
Come ho appena affermato, io sono il Bianconiglio e come me, anche tutto il resto del mondo moderno, potrebbe ricadere in quella sua caratteristica. I bambini però no, loro non hanno il senso del tempo, ed è una cosa meravigliosa.
Vivere seguendo la luce solare, come accadeva in passato è ciò che ci lega ai ritmi della natura, quello che ci rammenta di essere i diretti discendenti delle scimmie, è quello che abbiamo abbandonato. Oggigiorno siamo schiavizzati dalle lancette dell'orologio, viviamo stravolgendo qualsiasi regola, capovolgiamo la notte con il giorno, mangiamo senza assaporare il gusto del cibo; dormiamo in stanze adibite a tale scopo, senza apprezzare il riposo e chi accusa il colpo per prima è la mente, seguito dal fisico. Personalmente, mi sento infilzato dallo scoccare dei secondi, quando mi fermo per riprendere fiato. Come se su di me, pendesse una spada che mi obbliga a correre, per non essere trafitto dalla velocità degli avvenimenti in corso, eppure, conscio di quanto sia deleterio per me affannarmi nelle cose che faccio, non posso farne a meno. Avere "l'agenda piena" di cose da fare, in qualche maniera distorta, mi dà una certa sicurezza, mi colloca all'interno della società, mi stimola a fare sempre di più. E' una specie di obbligo morale, un compito autoimposto a cui sono tenuto a portare a termine, è il contributo della mia esistenza che devo pagare, per avere diritto al mio angolo di mondo; è il senso che mi porta a vivere.
Da quando ho esaurito la mia spensieratezza di bambino, mi si è presentato davanti alla porta un enorme orologio, il quale, ha scandito tutti i miei giorni a seguire, battito dopo battito. Ho preso atto e consapevolezza, di far parte di un sistema, oliato in ogni suo punto, per ottenere il massimo della precisione. L'ingranaggio di questo immenso orologio sono io, siamo noi tutti, che a seconda di quanto ci affatichiamo, contribuiamo a muovere il tempo. Sarebbe meglio dire, a quantificarlo in termini monetari. Si perché una delle poche cose che il denaro non può acquistare è appunto il tempo, ma proprio per questo esso, ha un valore inestimabile, per chi lo concede, per chi lo consuma, per chi lo detiene.
E' una lotta impari, in quanto non lo posso arrestare, e per quanto sarebbe bello, lui continua il suo corso che io sia d'accordo oppure no. Detesto essere schiavizzato dalla scansione dei miei impegni, ma non posso farne a meno. Qualora guadagnassi del tempo per fare delle cose utili, comunque andrei a sprecarne da un'altra parte. Non si vince mai.
La cosa che più mi destabilizza quando ci penso, è che per quanto arranchi dietro alla scansione dettagliata della mia giornata, questo porta a poco, quasi a nulla, perché se si corre seguendo gli impegni, dietro alle scadenze e ai compiti, si perde quello più prezioso da dedicare alle persone che si amano, si perde di vista il senso delle cose importanti per davvero. Il segreto di una vita felice è prendere tutto con la giusta dose di lentezza.

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